Apre al museo dell’Ara Pacis “Hokusai – Sulle orme del maestro”

Confronto autore Grande Onda e grandi allievi; fino al 14 gennaio

OTT 11, 2017 -

Roma, 11 ott. (askanews) – Dal 12 ottobre al 14 gennaio 2018 il Museo dell’Ara Pacis ospita “Hokusai – Sulle orme del maestro”, grande mostra dedicata al maestro giapponese che deve la sua fama universale alla Grande Onda – la più nota della serie delle Trentasei vedute del monte Fuji – e all’influenza che le riproduzioni delle sue opere ebbero sugli artisti parigini di fine Ottocento (Manet, Toulouse Lautrec, Van Gogh e Monet).

Attraverso 200 opere tra silografie policrome e dipinti su rotolo (esposte in due rotazioni per motivi conservativi legati alla fragilità dei materiali) provenienti dal Chiba City Museum of Art e da importanti collezioni giapponesi come Uragami Mitsuru Collection e Kawasaki Isago no Sato Museum, oltre che dal Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova, la mostra intende illustrare la produzione del maestro Katsushika Hokusai (1760-1849), in un fecondo confronto con quella di alcuni tra gli artisti che, seguendo le sue orme, dettero vita a nuove linee, forme, equilibri di colore all’interno del tradizionale filone dell’ukiyoe (letteralmente “immagini del Mondo Fluttuante”).

Tra questi Keisan Eisen, apprezzato sia in patria sia tra gli estimatori europei di arte giapponese dell’Ottocento per i suoi ritratti di beltà che furono presi a modello anche da Van Gogh. Tra le opere di Eisen – la cui figura artistica è presentata in Italia per la prima volta in questa mostra – è la bellissima e imponente figura di cortigiana che Van Gogh dipinge alle spalle di Père Tanguy nell’omonimo ritratto, pubblicata anche in copertina del Paris Le Japon Illustré nel 1887.

Hokusai ha esplorato soggetti di ogni tipo: il paesaggio, la natura, gli animali e i fiori, i ritratti di attori kabuki, di beltà femminili, di guerrieri e anche immagini di fantasmi, di spiriti, di esseri e animali semileggendari. Era uno sperimentatore anche di formati e tecniche: dai dipinti a inchiostro e colore su rotolo verticale e orizzontale, alle silografie policrome di ogni misura destinate al grande mercato, fino ai più raffinati surimono, utilizzati come biglietti augurali, calendari per eventi, incontri letterari, cerimonie del tè, inviti a teatro.

Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni che offrono una selezione di immagini legate ai soggetti più alla moda e maggiormente richiesti dal mercato dell’epoca: MEISHO: mete da non perdere; Beltà alla moda; Fortuna e buon augurio; Catturare l’essenza della natura e Manga e manuali per imparare.

Nella prima sezione (MEISHO: mete da non perdere) tra le numerose opere emergono i due rotoli dipinti con il Monte Fuji protagonista, messi a confronto per la prima volta: il “Monte Fuji all’alba” dipinto da Hokusai 1843 – che mostra il tocco leggero e puntuale del Maestro nella resa del riverbero rosato delle luci dell’aurora sul monte e sui campi ai suoi piedi – in rapporto significativo con “Veduta del monte Fuji nel ‘piccolo sesto mese” realizzato nel 1837 da Totoya Hokkei (1780-1850). L’abile allievo di Hokusai raffigura il monte avvolto da un cerchio nebuloso biancastro con la cima coperta dal cappuccio di neve. In questa sezione è presentato anche un album di Hokusai che raffigura le cinquantatre stazioni del Tokaido abbinate ad attività quotidiane e mestieri tipici, stampate con minuzia di particolari e pochi vivacissimi colori.

Nella seconda sezione (Beltà alla moda) si potranno osservare il repertorio di immagini legate al mondo della seduzione: raffinati dipinti su carta o su seta nel formato del rotolo verticale da appendere, firmati da Hokusai, da Eisen e dagli allievi più vicini a Hokusai, tra cui Teisai Hokuba, Katsushika Hokumei, Ryuryukyo Shinsai, Gessai Utamasa. Sono inoltre presenti le più popolari silografie, policrome o con il solo colore blu, in cui Eisen eccelle: tra queste la figura intera di cortigiana copiata più volte da Van Gogh pubblicata anche sul Paris Illustré. Le Japon del 1 maggio 1886. Sempre di Eisen si potranno ammirare alcune “immagini pericolose” (abunae), così chiamate perché rimandavano a scene amorose, come per esempio l’ album in dodici fogli di grande formato, uno per ogni mese dell’anno.

Nella terza sezione (Fortuna e buon augurio) sono esposti alcuni surimono di Hokusai di grande formato orizzontale che raffigurano alcune delle stazioni del Tokaido, accanto a surimono di Eisen, realizzati invece nel piccolo formato quadrato, che rappresentano località ma soprattutto oggetti scelti per il loro valore simbolico e benaugurale legato a un preciso momento dell’anno, della stagione, delle festività e delle credenze popolari. Per la prima volta sono mostrati undici rotoli dipinti di una serie di dodici, firmati da Hokusai, con figure di saggi e immortali, oltre a figure del repertorio del teatro kyogen.

Nella quarta sezione (Catturare l’essenza della natura), tra l’altro, saranno messi a confronto due dipinti di Hokusai di medesimo soggetto – la tigre e il bambù – uno del 1818 e uno del 1839. Ugualmente si potranno apprezzare gli stili di Hokusai ed Eisen nella resa del soggetto della carpa.

Nella quinta sezione (Manga e manuali per imparare) oltre ai famosissimi manuali di Hokusai stampati con il solo contorno nero-grigio e qualche tocco di vermiglio leggerissimo, si ammireranno, tra le altre opere in mostra, alcune pagine del Libro illustrato. La borsa di broccato (raccolta di motivi decorativi per artigiani) del 1828 di Eisen.

La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con il supporto dell’Ambasciata Giapponese, organizzata da MondoMostre Skira e Zètema Progetto Cultura e curata da Rossella Menegazzo.