Famiglia, natura e romanzo: i “Sedici alberi” di Lars Mytting

Il nuovo libro dell'autore del bestseller "Norwegian Wood"

SET 16, 2017 -

Milano, 16 set. (askanews) – “Se avessi saputo prima che Norwegian Wood sarebbe stato un tale successo, credo che non avrei mai avuto il coraggio di pubblicarlo, avrei continuato a riscriverlo. Ma non sarebbe stato un libro migliore, perché probabilmente lo avrei reso più banale”. È tutt’altro che banale la risposta che lo scrittore norvegese Lars Mytting ci dà a proposito del confronto con il clamoroso (e inaspettato) successo internazionale riscosso dal suo libro dedicato all’arte di tagliare la legna. Una risposta che, in un certo senso, certifica la qualità dello scrittore, che ora torna in libreria con il romanzo familiare “Sedici Alberi”, edito in Italia da DeA Planeta. Ne abbiamo parlato con lui al Festivaletteratura di Mantova.

“Il romanzo – ha detto Mytting ad askanews – dovrebbe essere una sorta di specchio, nel quale vedi le cose che accadono, e puoi scoprire se queste contrastano oppure aderiscono all’immagine che hai di te stesso. Spesso vedi te stesso, ma con delle leggere differenze. Io credo che le storie vengano prima, ma attraverso le storie puoi leggere qualcosa di te”.

La natura, anche in questo libro, gioca un ruolo importante. E a Mytting abbiamo chiesto quanto l’essere cresciuto in un ambiente come quello del Nord abbia influenzato lo scrittore che sarebbe poi diventato. “Quando andavo a scuola da bambino – ci ha risposto – dovevo camminare da solo per un lungo tratto di bosco buio e immaginavo sempre che cosa ci poteva essere nell’oscurità tra gli alberi, che tipo di creature avrebbero potuto vivere lì. Questo ha messo in movimento la mia mente, come scrittore e molte storie sono venute proprio da quelle camminate”.

“Sedici alberi” racconta di traumi e ferite, della ricerca di se stesso da parte del protagonista Edvard e del difficile e stupefacente confronto con la propria storia familiare. “Io credo che in letteratura – ha concluso lo scrittore – l’ideale non sia descrivere le cose come dovrebbero essere, ma cercare di seguire la vita interiore di una persona, e le sue lotte. Da questo possiamo imparare qualcosa di universale”.