Torna a crescere il mercato dell’arte in primi 6 mesi 2017: +5%

Report Artprice.com: il contemporaneo trascina le vendite

AGO 23, 2017 -

Milano, 23 ago. (askanews) – Dopo due anni consecutivi di frenata, nei primi sei mesi del 2017 il mercato dell’arte torna a crescere e segna, secondo il Global Art Market Report di Artprice.com, una crescita del 5%, con le aste internazionali che hanno fruttato, nello stesso periodo, 6,9 miliardi di dollari. Cresce, in particolare, la fetta di vendite delle opere contemporanee che ora rappresentano il 15% dell’intero valore, mentre nel 2000 questo dato era fermo al 3%. A trainare i buoni numeri della prima metà di quest’anno (+5,3% per le aste rispetto al primo semestre 2016) soprattutto il mercato degli Stati Uniti, cresciuto del 28%. Rallenta invece la Cina, anche nel settore dell’arte divenuta in pochi anni un soggetto cruciale, ma per gli analisti di Artprice si tratta di una frenata salutare, che allontana la “fantasia ricorrente” di una bolla speculativa.

Negli Stati Uniti sono stati battuti pezzi per oltre 2,2 miliardi di dollari (32,4% del mercato globale), mentre in Cina ci si è fermati a 1,99 miliardi (29%). Molto dinamica anche Londra, il Regno Unito arriva a 1,58 miliardi (22,9%), mentre altri Paesi hanno fette decisamente più piccole. L’Italia occupa il sesto posto con 95 milioni di dollari e l’1,4% del mercato.

A dominare le aste, comunque, sono ancora le opere classificate come “arte moderna”, ossia quelle realizzate tra il 1900 e 1l 1945: il loro valore nei primi sei mesi del 2017 è circa del 45% del mercato, mentre le opere del periodo post bellico fruttano intorno al 22% e il contemporaneo arriva al 15%. Le opere dal XIX secolo fino all’antichità coprono invece oggi il 18% degli introiti delle aste. Nel 2000 questa percentuale era di oltre il 40%. I lavori dal 1945 a oggi 17 anni fa valevano complessivamente poco più del 10% del mercato, mentre oggi il dato dice 37%. A testimonianza di un sempre maggiore interesse per la contemporaneità, anche per quanto riguarda gli investimenti.

Molto interessante poi, nel rapporto di Artprice.com, anche l’analisi del mercato dei grandi musei. Tra il 2000 e il 2014 sono stati aperti più musei che in tutto il XX secolo, tendenza confermata anche nel 2016 e l’anno in corso vede l’arrivo di altri 700 nuove istituzioni museali dedicate all’arte internazionale. In questo contesto le acquisizioni dei grandi nomi, star del mercato come Andy Warhol, Gerhard Richter o Roy Lichtenstein, sono sempre più rare sul mercato secondario proprio per gli acquisti effettuati dai musei. Anche questo è un aspetto rilevante da tenere presente quando si tenta di scattare una fotografia complessiva di un sistema dell’arte che, per quanto governato da regole che appartengono anche agli altri settori dell’economia, mantiene comunque caratteristiche e fluidità molto specifiche.