“Al dio degli inglesi non credere mai”: gli indiani in un libro

Peroncini e Colombo raccontano genocidio degli indiani d'America

LUG 19, 2017 -

Milano, 19 lug. (askanews) – Toro Seduto, il generale Custer, la febbre dell’oro e la grande ferrovia transoceanica, le battaglie tra indiani e pellebianca tanto celebrate da Hollywood. Ci sono cinque secoli di storia degli Indiani d’America nel volume “Al Dio degli inglesi non credere mai. Storia del genocidio degli Indiani d’America 1492-1972” (429 pagine), appena pubblicato da Oaks Editrice, di Gianfranco Peroncini e Marcella Colombo, che hanno viaggiato per anni negli Stati Uniti come autori e fotografi delle guide della collana Marlboro Country.

Passando attraverso retroscena e snodi poco conosciuti di questo popolo straordinariamente radicato nell’immaginario collettivo, i due autori presentano il nesso, a prima vista invisibile, che collega Toro Seduto e Cavallo Pazzo alla catastrofe ecologica del Dust Bowl, descritta dallo Steinbeck di “Furore”, scortando il lettore attraverso il massacro di Sand Creek e il folle volo dei Nez Perces in cerca della libertà, Little Bighorn, la Danza del sole di Toro Seduto, il Settimo cavalleggeri e un arcobaleno apocalittico sulla pista di un’altura nel Montana.

Lo scontro che vide la distruzione del drappello di soldati blu guidati da Custer fu il canto del cigno di un popolo inattuale, espulso dalla storia e dalla sua patria. Fu l’inizio della fine e la fine di un inizio. Perché in quel giorno di vittoria, già in quelle ore, sul mondo dell’uomo rosso cominciava, malinconicamente, ad albeggiare uno struggente e spietato tramonto. Come disse Alce Nero, fu la “fine di un sogno”.

Nel libro si parla di un genocidio sistematico: dei nativi cacciati dalle loro terre, in modo lento e inesorabile, via via che l’uomo bianco estendeva il dominio sul territorio, fino ad arrivare all’Oceano Pacifico. Le pagine raccontano della catastrofe ecologica provocata dai pellebianca in un paradiso terrestre abitato dagli indiani e del rapporto fra questo popolo e la natura; degli inganni subiti da questi ultimi e dei pregiudizi e della superficialità con cui sono stati raccontati al cinema.

E poi: ferrovie transcontinentali, gold rush e profezie indiane, il Bozeman Trail, Nuvola Rossa, la guerra per le Black Hills, Cochise e Geronimo. Una testimonianza irripetibile si dipana attraverso le pagine di questo libro, musica e poesia, danza e leggende, epopea e tragedia, eroismo, avidità e ferocia: “a documentare un patrimonio sempre più diafano ed evanescente, perché disegnato con le testimonianze di un’epoca più legata al mito che alla cronaca, che viveva il respiro dell’eternità e non quello del tempo”.

Scorrere queste pagine significa fare una cavalcata lungo la leggenda e la storia dell’uomo rosso. Per arrivare a Wounded Knee, nel gelido dicembre del 1890, quando il 7th Cavalry, in cerca di una spietata rivincita per la sconfitta di Little Bighorn, si trasformò nel Seventh Calvary, il “Settimo Calvario”, per il popolo dell’uomo rosso.

Il racconto si conclude con le vicende – oggi per lo più dimenticate – dell’assedio di Wounded Knee II, quando gli skin irriducibili dell’American Indian Movement, nel febbraio del 1973, decisero di lanciare l’ultima sfida inattuale e disperata ai pellebianca che avevano massacrato tradizioni e bisonti prima di fare scempio dei corpi.

Come il 29 dicembre 1890, quando una banda macilenta e affamata di Minniconjou, un gruppo di Lakota, venne fatta a pezzi e sventrata dagli shrapnel dei cannoni Hotchkiss che sparavano al ritmo di un colpo al secondo. La storia dell’uomo rosso terminò così, come farfalle trafitte, sulla neve color del sangue…

Dei pellerossa che vivevano con il vento nei capelli e il sole nel cuore, scrivono gli autori, oggi rimangono solo ricordi, foto ingiallite dal tempo e qualche oggetto sacro ad ammuffire, prigioniero, nella bacheca polverosa di qualche museo dei wasichu, gli uomini bianchi. Nelle pagine di “Al Dio degli inglesi non credere mai” si trova una scheggia, drammatica e insanguinata, di quella storia millenaria.