Guerra ai vu cumprà alle 5Terre,Sindaco in spiaggia a cacciarli

A Monterosso il primo cittadino fa da sè: pochi vigili causa tagli. Manifesti ovunque "no ambulanti"

GIU 20, 2017 -

Cinque Terre (Sp), 20 giu. (askanews) – Guerra aperta quest’estate nelle Cinque Terre contro i vu cumprà che stanno calando in massa sulla riviera del levante ligure dopo aver già invaso il Ponente, le coste adriatiche e quelle del Tirreno meridionale.

Dopo un lungo tira e molla fatto di ordinanze e divieti non rispettati e di richieste inascoltate di potenziamento della Polizia Municipale che per i tagli ai Comuni è ridotta oggi a solo due unità, il Sindaco di Monterosso – dove ha sede la più grande spiaggia delle Cinque Terre e l’unica facilmente raggiungibile anche a piedi – è passato alle vie di fatto. Così il primo cittadino della ‘capitale’ delle Cinque Terre Emanuele Moggia è sceso in spiaggia di persona per allontanare i venditori abusivi dalla passeggiata lungomare di Fegina, con in bocca il fischietto per richiamare di persona al rispetto del divieto di vendita ambulante abusiva a Monterosso, e pretendere che venissero lasciate alla libera fruizione di tutti le panchine e le sedute del lungomare che vengono costantemente sommerse dall’esposizione di articoli in vendita.

Il tutto con in mano volantini “stop agli abusivi” da distribuire in spiaggia a bagnanti e passanti per scoraggiare l’acquisto di merce contraffatta. Identici manifesti, d’altra parte, l’amministrazione comunale di Monterosso ha fatto affiggere questi manifesti anche sui muri del paese. Così come ha chiesto alla Regione Liguria e a Trenitalia di poterli installare nella stazione e far distribuire sui treni regionali che ogni giorno portano a Monterosso migliaia di turisti.

“La situazione dei venditori abusivi nel nostro paese , ha sottolineato il sindaco Moggia – è da tempo fuori controllo e a nulla sono valsi i nostri divieti, i controlli e le decine e decine di sequestri già effettuati. Ho chiesto in tutte le sedi di poter assumere almeno d’estate altri vigili, dopo la riduzione dell’organico a uno. Ma niente: i limiti di spesa imposti agli enti locali me lo impediscono e non voglio aggirare la legge e i regolamenti: la soluzione deve essere nel rispetto delle regole e non la loro infrazione. Né posso pretendere che i Carabinieri che già sono sovraccarichi si occupino anche full time di questo problema. E allora mi sono esposto in prima persona, avvalendomi dei poteri e mosso dalla responsabilità che mi sono imposti dalla carica che ricopro, per dare un segnale chiaro ad abusivi, cittadini e turisti”.

“Il rispetto delle regole è fondamentale per una sana convivenza civica, per una società sana, per la credibilità delle istituzioni e per il futuro della nostra società. Questo fenomeno sta causando un danno all’economia legale, che io ho il dovere di difendere e tutelare, oltre che all’ordine e al decoro del mio paese. Un paese unico al mondo che sulla propria straordinaria bellezza fonda ogni sua attività”.

Moggia, combattivo primo cittadino di Monterosso, è in questi giorni agli onori delle cronache anche per un’altra battaglia inedita. Si sta spendendo con decisione perché venga applicato quanto previsto dal regolamento dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre: il riconoscimento del corrispettivo di un euro per ogni biglietto venduto, a carico dei battellieri privati che ogni giorno scaricano nel porticciolo del paese migliaia e migliaia di turisti che, sbarcati a La Spezia dalle navi da crociera, vengono trasportati in giornata alle limitrofe Cinque Terre per 35 euro a persona.

Il sindaco di Monterosso vorrebbe utilizzare questi proventi per investire in progetti di sicurezza, in tutela del territorio e per garantire agli ospiti più servizi. Oltre che per compensare quelle spese che al momento sono solo a carico dei cittadini residenti, come raccolta rifiuti, manutenzione rete idrica, pulizia e decoro urbano. I battellieri sono sulle barricate e minacciano proteste e ricorsi perché se Moggia dovesse vincere questa battaglia, di un euro a person a sbarcata non ne incasserebbero più 35 ma ‘solo’ 34. “Ma la richiesta di un contributo – ancorché previsto per legge – per la manutenzione e il decoro dei nostri paesi a chi, giustamente, si arricchisce grazie alla bellezza delle Cinque Terre dovrebbe essere visto come un investimento sul futuro e non come un sacrificio, obbietta Moggia. Un sacrificio comunque minimo per contribuire allo sforzo enorme che noi – come Amministrazione Comunale – dobbiamo affrontare quotidianamente per garantire che un paesaggio unico al mondo con più di due milioni di visitatori a stagione non sia deturpato, consumato e ferito a morte. Un semplice atto di lungimiranza civica oltre che imprenditoriale: reinvestire parte degli utili a favore di un territorio in difficoltà per garantire anche alle future generazioni lo stesso livello di benessere diffuso di cui stiamo godendo noi ora”.