Ca’ Corniani, una storica tenuta rinasce anche grazie all’arte

Geneagricola presenta un progetto di cultura e sostenibilità

GIU 15, 2017 -

Milano, 15 giu. (askanews) – Una storica tenuta agricola, una delle più grandi d’Italia, rinasce nel segno dell’arte e della sostenibilità. Ca’ Corniani, 1700 ettari nell’entroterra di Caorle, in provincia di Venezia, è la più estesa tra le tenute di Geneagricola, la holding agroalimentare controllata da Generali Italia che, con alle spalle una storia di oltre 150 anni, iniziata con la colossale bonifica del 1851, ora guarda al futuro attraverso l’agricoltura di precisione e la cultura. Il progetto è stato presentato alla Triennale di Milano e Giancarlo Fancel, presidente di Geneagricola, ha voluto sottolineare come per il gruppo Generali si sia fatta una scelta di valorizzazione del proprio patrimonio, che diventa valorizzazione complessiva del territorio.

“Adesso con l’evoluzione che c’è stata – ha detto ad askanews – con la scoperta del valore che abbiamo all’interno del gruppo, in termini di terreni, di produzione di vini, in termini di estensione e soprattutto di legame con il territorio, diciamo che questo progetto va proprio in questa direzione”.

Un progetto, quello significativamente intitolato “Ca’ Corniani – Terre d’avanguardia”, che punta, attraverso il coinvolgimento del territorio, anche a cambiare il modo in cui guardare all’agricoltura, come ha sottolineato l’amministratore delegato di Geneagricola, Alessandro Marchionne: “Il fatto di dire che per noi la sostenibilità è fondamentale – ha spiegato – vuol dire che vogliamo attivare una serie di operazioni orientate alla modernità, all’innovazione; così come è stato innovativo il fatto di bonificare nel 1851 1700 ettari, così sarà un’innovazione attivare tutte quelle tecniche di agricoltura di precisione atte a salvaguardare l’ambiente”.

Il progetto di valorizzazione di Ca’ Corniani attraverso una architettura complessiva del paesaggio e con il concorso per gli artisti è stato ideato da Andreas Kipar, architetto paesaggista e chairman di LAND Italia, guardando alla possibilità di instaurare una nuova relazione tra la dimensione cittadina e quella dell’entroterra rurale.

“Questo progetto – ci ha detto – promuove tre pilastri: multifunzionalità, biodiversità e produttività. Perché alla fine la produttività è il risultato di tutto ciò. In questo senso l’arte diventa una specie di mediatore, di provocatore, di mezzo di comunicazione che il mondo della civitas, la città stessa, comprende anche nel mondo rurale”.

A curare dal punto di vista artistico il concorso per le Tre Soglie è stata chiamata, insieme ad Antonella Soldaini, l’architetto e curatore Elena Tettamanti.

“Il concorso artistico – ha detto Tettamanti – ha l’obiettivo di promuovere il legame tra arte, impresa e territorio, attraverso la realizzazione di tre opere d’arte contemporanea che tengano in considerazione la realtà di Ca’ Corniani, quello che ha rappresentato nel passato e quello che diventerà nel futuro. L’attenzione si è concentrata su alcuni punti strategici della proprietà, si tratta di quegli spazi che attraverso le opere d’arte dovranno assumere il valore simbolico di soglia”.

I cinque artisti invitati a partecipare sono nomi di primissimo piano, con importanti lavori nell’ambito dell’arte pubblica e relazionale: Monica Bonvicini, Alberto Garutti, Carsten Holler, Tobias Rehberger e Remo Salvadori. Tra di loro uno verrà scelto e proclamato vincitore il 12 ottobre, sempre alla Triennale, mentre il progetto definitivo verrà ufficialmente presentato alle Biennale di architettura del prossimo anno.

“Le grandi imprese, i grandi gruppi come il nostro – ha concluso Giancarlo Fancel – non hanno solo il compito di creare valore dal punto di vista economico, ma hanno anche il compito e direi pure il dovere di produrre valore come cultura, valore come messaggio e soprattutto cercare di aumentare la sensibilità delle persone verso qualcosa che forse un po’ si sta perdendo perché siamo distratti da tantissime altre cose”.