Treviso, la Collezione Salce: un museo nazionale per i manifesti

Presentata la prima mostra temporanea, dedicata alla Belle epoque

MAG 26, 2017 -

Treviso, 26 mag. (askanews) – Una straordinaria collezione di manifesti e due nuove location per dare vita, a Treviso, al Museo Nazionale Collezione Salce, nel quale è raccolto, catalogato e digitalizzato l’immenso patrimonio di stampe pubblicitarie che il collezionista trevigiano ha accumulato nel corso di una vita. A dirigere il museo è stata chiamata Marta Mazza.

“La collezione storica di Nando Salce – ha detto ad askanews – consta di 25mila pezzi, che sono al 99% in materiali cartacei e poi esistono delle cromolitografie su latta. La conservazione è difficilissima, perché si tratta di materiali intrinsecamente molto fragili, perché nati per una vita temporanea e transitoria. Non solo la carta è materiale fragile per definizione, ma qui parliamo di carte povere”.

Accanto alla sede in Santa Margherita nella quale saranno conservate tutte le opere, nel complesso della chiesa di San Gaetano è stato allestito lo spazio per le mostre temporanee che, con rotazione quadrimestrale, proporranno al pubblico delle selezioni della grande collezione, che comunque è totalmente disponibile on line, caratteristica unica nello scenario internazionale. La scelta per la prima mostra è caduta sul periodo della Belle Epoque, una vera e propria età dell’oro del cartellonismo.

Molto importante anche il fatto che la direzione del Museo Salce abbia scelto un approccio scientifico alla questione della grafica, sia dal punto di vista storico sia da quello comunicativo.

“I manifesti – ha aggiunto il direttore Mazza – fino a ora sono stati studiati con un approccio storico-artistico di tipo tradizionale, che non è sufficiente, perché la prerogativa vera del manifesto è di mettere insieme l’immagine con la parte tipografica del lettering e anche con la trovata comunicativa. E bisogna che tutto questo venga considerato e venga analizzato insieme”.

Un’altra novità del Museo Salce è la possibilità di avere la collezione permanentemente disponibile, in varie modalità. E così la sfida da Treviso si estende alle scena internazionale.

“Noi intendiamo metterci in dialogo con tutte le struttura internazionali che hanno dei patrimoni simili – ha concluso Marta Mazza- lavorare insieme per tutte le attività di catalogazione, valorizzazione, digitalizzazione, ma certamente e soprattutto pensiamo di essere all’altezza di questi esempi internazionali e di poter proporre un’offerta culturale di prestigio non solo a livello italiano”.