Le meraviglie del misunderstanding: l’arte di Laure Prouvost

In Pirelli HangarBicocca a Milano la mostra rocambolesca "GDM"

OTT 18, 2016 -

Milano, 18 ott. (askanews) – Una lingua ci accoglie all’ingresso di un corridoio metallico che conduce verso lo spazio sovraccarico – di immagini, di suggestioni, di storie – dentro il quale va in scena la mostra “GDM – Grand Dad’s Visitor Center” della francese trapiantata a Londra Laure Prouvost. Siamo nello Shed di Pirelli HangarBicocca a Milano, ma potremmo essere, in qualche modo, dentro la stessa testa dell’artista, che la curatrice Roberta Tenconi ci presenta così: “Ha studiato cinema, il cinema strutturalista, nel quale si va proprio alle basi della narrazione e degli elementi cinematografici, ma questo lo ha intersecato con una ricerca approfondita sul linguaggio e sull’immagine della comunicazione fondamentalmente”.

A fare da filo rosso tra le diverse “stanze” che compongono la mostra c’è dunque il ragionamento sui codici espressivi, che Prouvost indaga con un’ampiezza di respiro e una libertà di approccio che in certi casi possiamo definire entusiasmante. “Per me il linguaggio – ci ha detto l’artista – è il luogo dove giocare con l’immaginazione e spingerla a rimettere in discussione il modo in cui le parole sono organizzate e in cui le usiamo nella vita di tutti i giorni”.

“Io uso le parole – ha aggiunto Laure Prouvost – utilizzando i fraintendimenti e gli errori di traduzione per creare dei nuovi significati”.

Nello specifico della mostra, la storia intorno alla quale si sviluppano le visioni dell’artista è quella – presunta – di suo nonno, artista concettuale scomparso durante la sua opera più ambiziosa, quella di scavare un tunnel tra il suo studio e l’Afrca. E “GDM” è anche la ricostruzione di un museo ideale dedicato all’antenato, curato però dalla moglie, con un’ottica quindi tutta femminile.

“L’ego degli artisti maschi, soprattutto di quella generazione – ci ha spiegato Prouvost – avrebbe detto: guardate ho fatto un grande museo, invece lo abbiamo fatto con elementi di fragilità, disordinato, ma anche con una forte componente fisica… Credo che le donne abbiano portato un nuovo tipo di linguaggio nell’arte”.

“Il museo ideale – ha aggiunto Roberta Tenconi – è un museo al centro del quale c’è il visitatore. Lo stesso museo ha due nomi, si chiama GDM, Grand Dad’s Museum e Grand Dad’s Visitor Center, quindi non ha ancora deciso da che parte stare e sicuramente sta dalla parte del visitatore”.

Tra luci, suoni, immagini, sogni, karaoke, sale da tè e guide su come diventare ricchi religiosamente, la mostra di Laure Prouvost in Pirelli HangarBicocca è un viaggio a tratti rocambolesco che, tra le altre cose, ci porta in un salone di bellezza che è il luogo in cui viene messa in scena una nuova versione della Metamorfosi di Franz Kafka, ispirata però non al testo originale del grande scrittore praghese bensì a una traduzione dal tedesco fatta dall’artista Rory Macbeth, che non conosceva la lingua e non ha usato un dizionario. Il tutto mentre la stessa Laure Prouvost si prepara a farsi i capelli.

Signore e signori, benvenuti a bordo.