Ecco la Biennale d’arte di Christine Macel: “Viva arte Viva”

Presentata 57esima edizione: umanesimo, responsabilità e passione

SET 23, 2016 -

Milano, 23 set. (askanews) – Un altro passo avanti nella composizione di un ritratto complessivo (e ovviamente sfuggente, in movimento), di ciò che è l’arte contemporanea. E’ stata presentata alla Biennale Venezia la 57esima Esposizione Internazionale d’Arte, che il prossimo anno sarà curata da Christine Macel e si svolgerà dal 13 maggio al 26 novembre 2017, con vernice 10, 11 e 12 maggio, ai Giardini e all’Arsenale nonché in vari luoghi di Venezia.

Dopo l’importante edizione “politica” del 2015, con la curatela di Okwui Enwezor, il tema scelto da Macel per la Biennale Arte 2017 è: “Viva Arte Viva”. “L’arte di oggi – ha detto la curatrice – di fronte ai conflitti e ai sussulti del mondo, testimonia la parte più preziosa dell’umano in un momento in cui l’umanesimo è seriamente in pericolo. È il luogo per eccellenza della riflessione, dell’espressione individuale e della libertà, così come dei fondamentali interrogativi. È un ‘sì’ alla vita, a cui certamente spesso segue un ‘ma’. Più che mai, il ruolo, la voce e la responsabilità dell’artista appaiono dunque cruciali nell’ambito dei dibattiti contemporanei”.

Viva Arte Viva appare perciò come un’esclamazione, un’espressione della passione per l’arte e per la figura dell’artista che sembrerebbe perfetta per adattarsi alla forma e alla stessa storia della Biennale.

La Mostra – spiegano dalla Biennale – si sviluppa secondo una linea organica piuttosto che tematica, in una sequenza di padiglioni, di stanze che si susseguono come ‘stanze’ di una poesia e propongono allo spettatore l’esperienza di un viaggio dall’interiorità all’infinito. Questi padiglioni o Trans-padiglioni, che riuniscono artisti di ogni generazione e provenienza, si succedono tra loro senza soluzione di continuità, come i capitoli di un libro. Dal “Padiglione degli artisti e dei libri” al “Padiglione del tempo e dell’infinito”, si presentano come una dozzina di universi che propongono un racconto, spesso discorsivo e talvolta paradossale sulla complessità del mondo e la molteplicità di pratiche e posizioni. La Mostra vuole perciò essere un’esperienza che disegna un movimento di estroversione, dal sé verso l’altro, verso lo spazio comune e le dimensioni meno definibili, aprendo così alla possibilità di un neoumanesimo.

Ogni settimana, durante i sei mesi della Mostra, un artista terrà una Tavola Aperta in cui pranzerà con il pubblico, creando così un occasione di dialogo in cui possa raccontare il suo lavoro.

“In gennaio, nell’annunciare la nomina di Christine Macel- ha commentato il presidente della Biennale Paolo Baratta – ebbi a dire che ‘la Biennale trova in lei una curatrice protesa a valorizzare il grande ruolo che gli artisti hanno nell’inventare i loro universi e nel riverberare generosa vitalità nel mondo che viviamo’. Ispirata a una visione ‘umanistica’, con l’attenzione concentrata sull’atto creativo dell’artista, la Mostra svilupperà anche, in misura nuova e più intensa, il dialogo tra i visitatori e molti degli artisti le cui opere saranno esposte, con un programma di incontri appositamente concepito in spazi dedicati”.