Gimbe: contagi e ricoveri in calo ma +27,2% morti per Covid-19 (e i vaccini sono “in caduta libera”)

Il monitoraggio settimanale sottolinea la mancanza di copertura vaccinale per anziani e fragili

FEB 6, 2023 -

Milano, 6 feb. (askanews) – Calano i nuovi casi di Covid-19, scesi 34.377 rispetto ai 38.159 di 7 giorni fa (-9,9%), ma aumenta il numero dei decessi: 439 contro i 345 della settimana scorsa, il 27,2% in più. E’ quanto emerge dal monitoraggio indipendente effettuato dalla Fondazione Gimbe nella settimana compresa tra il 27 gennaio e il 2 febbraio 2023. Secondo il Report risultano in calo rispetto alla settimana precedente anche i casi attualmente positivi (227.985 contro 251.970 in calo del 9,5%), le persone in isolamento domiciliare (224.094 rispetto 247.684 in flessione del 95%), i ricoveri con sintomi (3.712 contro 4.081 in discesa del 9%) e le terapie intensive (179 contro 205, -12,7%). “I nuovi casi settimanali – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si confermano in ulteriore calo (-9,9%): dai 38 mila della settimana precedente scendono a quota 34mila, con una media mobile a 7 giorni di poco inferiore ai 5 mila casi al giorno”. I nuovi casi diminuiscono in tutte le Regioni ad eccezione di Lazio (+0,5%), Liguria (+5,4%) e Sicilia (+16,8%): dal -0,5% della Provincia Autonoma di Bolzano al -39,2% dell’Abruzzo. In 31 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +0,1% di Treviso al +101,1% di Trapani, mentre nelle restanti 76 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,5% di Genova al -69,5% di Chieti). In nessuna Provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100 mila abitanti (tabella Sul fronte dello screening, si registra un calo del numero dei tamponi totali (-2,2%): da 608.732 della settimana 20-26 gennaio a 595.539 della settimana 27 gennaio-2 febbraio. In particolare, i tamponi rapidi sono aumentati dell’1% (+4.552), mentre quelli molecolari sono diminuiti del 12,7% (-17.745). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività si riduce dal 5,9% al 5,3% per i tamponi molecolari e dal 6,4% al 5,9% per gli antigenici rapidi (figura 5). Ospedalizzazioni. “Sul fronte degli ospedali – afferma Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – continua a scendere il numero dei ricoveri sia in area medica (-9%) che in terapia intensiva (-12,7%)”. In termini assoluti, i posti letto COVID occupati in area critica, raggiunto il massimo di 347 il 12 dicembre, sono scesi a 179 il 2 febbraio; in area medica, raggiunto il massimo di 9.764 il 12 dicembre, sono scesi a quota 3.712 il 2 febbraio. Al 2 febbraio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 5,8% in area medica (dal 2,2% della Lombardia al 17,4% dell’Umbria) e dell’1,8% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Molise e Valle D’Aosta al 5,3% della Calabria). “Stabile il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 18 ingressi/die, invariata rispetto alla settimana precedente”. La settimana compresa tra il 27 gennaio e il 2 febbraio ha invece fatto registrare un netto aumento dei decessi (+27,2%): 439 negli ultimi 7 giorni (di cui 33 riferiti a periodi precedenti), con una media di 63 al giorno rispetto ai 49 della settimana precedente. A questi dati fanno da contraltare quelli sulla campagna vaccinale: i vaccini sono “in caduta libera” per anziani e fragili con quasi 12mln di italiani rimasti senza quarta dose. Secondo quanto emerge dal monitoraggio indipendente effettuato dalla Fondazione Gimbe nella settimana compresa tra il 27 gennaio e il 2 febbraio 2023, la platea per il secondo richiamo (la cosiddetta quarta dose di vaccino ), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 11,9 milioni possono riceverlo subito, 1,3 milioni non sono eleggibili nell’immediato perché guarite da meno di 120 giorni e solo 5,9 milioni l’hanno già ricevuto. Al 2 febbraio sono state somministrate 5.898.882 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 30,9% con nette differenze regionali: dal 13,9% della Calabria al 44,1% del Piemonte. Quanto, invece, alla quinta dose, secondo il Gimbe la platea per il terzo richiamo, aggiornata al 20 gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,5 milioni possono riceverlo subito, 0,2 milioni non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 180 giorni e 0,4 milioni l’hanno già ricevuto. Al 2 febbraio sono state somministrate 438.022 quinte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immunocompromessi, 117.245 ospiti delle RSA che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 13,9% con nette differenze regionali: dal 4,6% della Campania al 25,9% del Piemonte. C’è anche un elevato numero di italiani che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino: al 2 febbraio il loro numero è pari 6,77 milioni. Di questi 6,35 milioni risultano attualmente vaccinabili, pari all’11% della platea (dal 7,3% della Provincia Autonoma di Trento al 14,4% della Provincia Autonoma di Bolzano), mentre 0,42 milioni sono temporaneamente protette perchè guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari allo 0,7% della platea (dallo 0,4% della Puglia all’1,5% del Friuli Venezia-Giulia). “La somministrazione delle quarte dosi (secondo richiamo) è in caduta libera da mesi, ha tassi di copertura molto bassi in particolare nelle Regioni del Sud e lascia scoperte 11,9 milioni di persone” commenta il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. Fcz