Omicidio Willy, giudici: da Gabriele Bianchi un colpo proibito

Fratelli imputati "non hanno compiuto alcuna revisione critica"

SET 30, 2022 -

Roma, 30 set. (askanews) – Gabriele Bianchi “è un esperto di arti marziali, per averle praticate anni. In particolare sia lui che il fratello praticano, anche a livello agonistico, la MMA (mixed martial arts), che ha la particolarità di essere un sport da contatto molto violento in cui i colpi vengono simulati (come nel karate) ma portati sul corpo dell’avversario in quanto la aria si ottiene con il ko”. Così scrivono i giudici della corte d’assise di Frosinone nella sentenza per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. “E quale sia la prestanza fisica di Gabriele Bianchi, intesa sia come robustezza del fisico e massa muscolare che come agilità e forza, è elemento che emerge nitido sia dalla sua presenza in aula e sia, soprattutto, dai video prodotti dal pubblico ministero in dibattimento”. Ed insomma Gabriele Bianchi “sapeva di sferrare contro il povero Willy un colpo che, in quanto vietato, era potenzialmente mortale. E, nonostante tale consapevolezza, egli lo sferrava con estrema violenza, posto che tutti hanno descritto quel calcio come potentissimo. Esso, del resto, veniva non solo caricato usando entrambi gli arti come una molla, ma anche impiegando come leva un palo, così da renderlo ancora più dirompente”. In un altro passo della sentenza di oltre 70 pagine i giudici allargano il discorso ad entrambi i fratelli sotto accusa. “Nel negare con pervicacia di avere pestato a morte il povero Willy” Gabriele e Marco Bianchi “hanno dato prova di non aver compiuto alcuna revisione critica del loro operato che denoti l’inizio di un percorso di cambiamento e maturazione”. L’ufficio del pubblico ministero ha depositato documenti “che denotano una personalità dei due fratelli invero assai allarmante”. C’è un video di Gabriele Bianchi – si sottolinea – che è stato inoltrato “ad altra persona in cui lui, con estrema violenza, profferisce minacce con frasi anche del tipo ‘ti pio l’anima, ti tolgo la macchina’. Sui loro cellulari sono stati rinvenute immagini di animali in agonia, immagini nelle quali si fa riferimento a Scampia e si mima un colpo di pistola; altre foto li ritraggono armati e in parte travisati”. “In un post pubblicato dal titolare di un pub di Giulianello, emerge come essi siano entrati nel locale ed, in breve, abbiano determinato l’allontanamento di tutti i clienti, spaventati dal loro contegno, ed abbiano preso a minacciare il titolare”. E quindi si spiega che “emerge dagli atti che essi non svolgevano alcuna attività lavorativa e, nondimeno, avevano un elevato tenore di vita, evidentemente sostenuto attraverso lo spaccio e le estorsioni per le quali sono stati condannati in grado di appello”.