Humanitas: la sfida della Neurochirurgia robotica in sala operatoria

Progetti in corso anche con il Politecnico di Milano

SET 29, 2022 -

Roma, 29 set. (askanews) – Manovre ad alta precisione, realizzate con un altissimo livello di accuratezza. E’ il lavoro dei robot in sala operatoria: sistemi intelligenti che affiancano i chirurghi per potenziarne al massimo le capacità, con significativi vantaggi per il paziente in termini di sicurezza ed efficacia dell’intervento. All’Humanitas un Centro ad alta specializzazione che si avvale anche della simulazione in Laboratorio. Federico Pessina, responsabile di Neurochirurgia Cranica dell’Istituto Clinico Humanitas e docente di Humanitas University: “La neurochirurgia robotica e la robotica in generale rappresentano una delle grandi sfide delle neuroscienze del prossimo decennio. Fondamentalmente il principale obiettivo è un incremento della precisione e dell’accuratezza riguardo le procedure e di fatto microchirurgiche che si effettuano in neurochirurgia. La tendenza è quella di cercare di sviluppare due filoni distinti: da una parte di sviluppare veri e propri robot, strumenti ingegneristici che sostituiscono il gesto del chirurgo in alcune zone particolari del sistema nervoso centrale, l’ altro filone è quello di cercare di robotizzare, ovvero di rendere ancora più accurati ed efficaci e precisi, strumenti che già utilizziamo normalmente nella pratica clinica”. Nella chirurgia spinale, l’approccio con robot, che si sta sempre più consolidando, consente di raggiungere un altissimo livello di precisione e accuratezza. Pessina è capofila di ricerche che coinvolgono anche il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano per la robotizzazione degli strumenti utilizzati nella routine di sala operatoria, come microscopi ed esoscopi:”Eccellente visione, manualità microchirurgica e utilizzo di strumenti di visione di profondità. Noi già usiamo il microscopio, utilizziamo strumenti microchirurgici, per cui la robotica deve portarci qualcosa di più . Quel qualcosa di più può essere riuscire a raggiungere in maniera meno invasiva zone molto profonde dell’encefalo che richiederebbero un movimento delle mani più ampio e quindi sfruttare degli strumenti robotici per far sì che tutta quello che è l’insulto al tessuto nervoso circostante possa essere ridotto al minimo”. È in quest’ottica che Humanitas ha avviato un programma clinico e di ricerca innovativo in collaborazione con il Politecnico di Milano per mettere anche la firma italiana a un settore finora dominato dalla tecnologia USA. Maurizio Fornari, responsabile di Neurochirurgia Cranica e Spinale dell’Istituto Clinico Humanitas: “Sta per arrivare una tecnologia completamente italiana di robotica per la chirurgia cranica. Il programma di lavoro con il Politecnico ha principalmente l’utilità sia di validare il software e l’hardware che entrano in sala operatoria, che potenzialmente anche di svilupparne uno aggiuntivo dedicato che potremo applicare alla nostra chirurgia”. Nel futuro della neurochirurgia, dunque, i robot saranno sempre più indispensabili, ma attenzione a non pensare che venga messo in secondo piano il ruolo del professionista. “E’ una macchina molto complessa – sottolinea Fornari – che implica una numerosità di addetti umani enorme e che implica anche un continuo aggiornamento tecnologico. Soltanto mettere in piedi una neurochirurgia implica il perfetto coordinamento e l’aggiornamento di almeno 6-7 gruppi di lavoro, sia per quanto riguarda il corpo medico che quello infermieristico”. E promette: “E’ una sfida per chiunque in qualunque parte del mondo. Sicuramente in Italia in questo momento con tutte le difficoltà che incontra la sanità è una sfida un po’ più difficile ma che abbiamo intenzione di vincere”.