Clima, migliaia in corteo a Milano: “Politica ignora emergenza”

"Crisi climatica causata da un modello di sviluppo insostenibile"

SET 23, 2022 -

Milano, 23 set. (askanews) – Sono diverse migliaia i giovani che questa mattina hanno sfilato nel primo dei due cortei organizzati a Milano per lo sciopero globale per il clima indetto da “Fridays for future”. Alla mobilitazione per chiedere alla politica “un impegno concreto per far fronte alla crisi climatica e denunciare un modello di sviluppo insostenibile”, hanno aderito molti collettivi studenteschi, associazioni e movimenti ambientalisti e della società civile. Quello che è emerso in modo eclatante dagli slogan, dagli striscioni, dai cartelli e dalle parole dei giovani partecipanti è proprio la rabbia e l’angoscia “verso chi si ostina a chiamare maltempo gli effetti dei cambiamenti climatici, che hanno e avranno sempre più devastanti conseguenze sociali ed economiche”. A due giorni dal voto, questi ragazzi (qui rappresentati principalmente dalla fascia 14-20 anni) hanno espresso una volta di più la loro preoccupazione per l’assenza di attenzione che i media e la classe politica manifestano nei confronti di un tema come quello ambientale “non più eludibile né rimandabile”. Sono giovani che nonostante abbiano pochi dubbi sul fatto che il 25 settembre sceglieranno chi ha incluso la lotta ai cambiamenti climatici nei suoi programmi, sottolineano il proprio disagio per l’assenza di interlocutori politici e istituzionali che li ascoltino, condividendo le loro preoccupazioni per il futuro del pianeta ed elaborando strategie concrete, immediate e a lungo termine, per far fronte all’attuale emergenza. “Mentre la crisi climatica miete vittime – spiegano – assistiamo a una campagna elettorale in cui i principali partiti presentano programmi con obiettivi climatici inconsistenti e false soluzioni come i rigassificatori, che rischiano di aumentare la nostra dipendenza dal gas fossile, gravando anche sulle nostre bollette”. E l’emergenza, per questi ragazzi, non è soltanto climatica ma anche sociale. Segnati nel profondo dalla pandemia (che ha lasciato in molti di loto un pesante carico di disagio), i manifestanti in piazza oggi hanno ricordato e chiesto giustizia per Giuseppe Lenoci, Lorenzo Parelli e Giuliano De Seta, i loro colleghi “uccisi dall’alternanza scuola-lavoro” a cui hanno dedicato un minuto di silenzio vicino alla sede di Confindustria (presidiata dalle forze dell’ordine). “Basta st(r)age, basta fare profitto sulle spalle degli studenti – hanno gridato al microfono – perché morire sul lavoro non è una fatalità ma la causa dell’asservimento della politica alle logiche aziendali”. Partito intorno alle 9.45 da Largo Cairoli, il corteo si è concluso nei pressi della sede della Regione Lombardia: come chiesto da “Fridays for future” non ci sono stati interventi né presenza di bandiere di partito “perché la manifestazione è apartitica e senza fini elettorali”. “Siamo 10mila e la nostra lotta è solo all’inizio” hanno urlato i ragazzi al termine della mobilitazione (la prima di quest’anno scolastico da poco iniziato), dandosi appuntamento per le 18 sempre in piazza Cairoli per il secondo corteo (che si concluderà alle Colonne di San Lorenzo) di questo venerdì, pensato (come già in passato) per coinvolgere anche chi lavora.