Covid, Giorlandino: vaccino attenua sintomi varianti

Riscontro clinico grazie a test che individua mutazioni

MAG 10, 2021 -

Roma, 10 mag. (askanews) – Il vaccino contro il Sars-CoV-2 non blocca completamente l’infezione, soprattutto in caso di varianti, ma è in grado di attenuare la sintomatologia, in particolare negli anziani, dove spesso questa è grave. Il primo riscontro clinico in questo senso è stato ottenuto dall’Istituto Clinico Diagnostico di Ricerca Altamedica di Roma, ed è in via di pubblicazione sulla rivista scientifica Pathogens.

Il Laboratorio Altamedica di Roma, grazie all’utilizzo del recente test messo a punto per la caratterizzazione delle varianti del virus Sars-CoV-2, ha identificato un particolare caso di paziente che, pur avendo ricevuto entrambe le dosi del vaccino (Pfizer), risultava positivo alla variante brasiliana. L’uomo, 83 anni, aveva ricevuto la seconda dose il 16 febbraio 2021. L’11 marzo, entrando in contatto con un collega affetto, è stato contagiato dal virus e il 17 marzo, in assenza di sintomi, si è sottoposto a tampone molecolare risultando positivo al Sars-CoV-2. Nonostante il paziente avesse un titolo anticorpale (IgG) nella media dopo il vaccino, è risultato avere una carica virale molto alta e proprio per questo si è provveduto alla caratterizzazione delle varianti.

“Il test di identificazione rapida delle varianti – spiega Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro Ricerche Altamedica – ha identificato le mutazioni della proteina S del lineage brasiliano. L’ulteriore analisi di conferma eseguita tramite Sequenziamento completo ‘Next Generation Sequencing’ del genoma virale ha confermato la presenza della variante. Solo tre giorni dopo il primo tampone positivo il paziente ha riportato lievi sintomi come mal di testa e sintomi influenzali che si sono risolti in due giorni senza alcun ausilio farmacologico. Il 22 marzo il paziente è risultato completamente negativo. Da recenti pubblicazioni scientifiche è emerso che le varianti brasiliana e africana sono in grado di effettuare un ‘escape’ dal sistema immunitario di circa 6 volte maggiore rispetto alla variante classica”.

“Sfortunatamente però – ha osservato Giorlandino – le informazioni disponibili sulla copertura vaccinale alle varianti emergenti di Sars-CoV-2 sono molto scarse e relative ai soli studi in vitro, nessun trial o studio clinico su pazienti è ancora disponibile. Con questo ‘case report’ sottoposto e in via di pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica Pathogens per la prima volta si ha un riscontro clinico di come il vaccino, nonostante non riesca a bloccare completamente l’infezione soprattutto quando ci troviamo di fronte a particolari varianti, comunque sia in grado di attenuare la sintomatologia soprattutto negli individui anziani dove questa è spesso grave”.