Ambiente, Cei: ancora troppa sottovalutazione del problema

Mons. Santoro: è un problema urgentissimo e la Chiesa lo afferma

APR 13, 2021 -

Roma, 13 apr. (askanews) – Il tema ambientale e “della cura del creato” è ancora “fortemente sottovalutato” anche a livello nazionale e le parole di Papa Francesco spesso cadono nel vuoto. A lanciare questa denuncia è stato oggi il mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto e Presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro della Cei.

Una presa di posizione nel corso di una conferenza stampa per la presentazione del prossimo convegno della Chiesa italiana: “Custodire le nostre Terre” che si svolgerà on line a sei anni dalla pubblicazione dell’enciclica ‘Laudato sì’. A partecipare all’incontro con i giornalisti anche mons. Carlo Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia e Presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute e mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra e Presidente della Conferenza Episcopale Campana.

A puntare l’attenzione sui 42 siti SIN, inseriti nel programma nazionale di bonifica, di cui fa parte anche la cosiddetta Terra dei fuochi, è stato mons. Radaelli che ha ricordato come questi “ricadono in 78 diocesi in Italia sulle 227 totali. Questo – ha aggiunto – fa comprendere la vastità del problema”. Le bonifiche, ha poi detto il vescovo di Acerra, mons. Di Donna, “procedono con troppa lentezza strette dalla burocrazia e dal costo degli interventi. Questo rallenta tutto e fa vivere in uno stato che oscilla tra l’allarmismo e il negazionismo sul quale, alla fine, prevale l’immobilismo. La Chiesa cerca di tallonare le istituzioni ma occorrebe che i cittadini e le associazioni controllino l’operato dei poteri locali e nazionali. Questi organismi oggi ci sono e sono attivi ma troppo divisi tra loro. Occorrebbe, allora, un maggiore coordinamento per essere sentinelle e poi spingere le istituzioni a predere decisioni”.

“Come Chiesa italiana, anche con le prossime settimane sociali di Taranto, – ha invece affermato mons. Radaelli – vogliamo fornire una riflessione sulle tematiche dell’ambiente, del lavoro e della salute che non debbono essere viste settorialmente ma come un tutt’uno. Anche le nostre comunità cristiane debbono sviluppare una attenzione nuova alle persone e alla salute che diventa attenzione all’ambiente e ai poveri. Occorre far entrare progressivamente anche nella pastorale nelle parrocchie tutto ciò”.

“La situazione delle diverse ‘Terra dei fuochi’ – ha invece affermato il vescovo di Taranto, mons. Santoro – mette in evidenza il problema della sottovalutazione del tema ambientale e dell’urgenza di dare risposte serie. Per Taranto chiedo che sia data una risposta il più celere possibile perchè per troppo tempo stiamo vivendo in una situazione di incertezza e di attacco alla vita delle persone. Sull’Ilva se si cambia sistema di produzione occorerà pensare ai 5.800 operai che ci lavorano e su quelli dell’indotto e su come rioccuparli. Ci ferisce il modo con il quale si celebrano tante morti senza poi far nulla. La Chiesa è vicina alle persone e, se necessario, denunciare quanto sta accadendo”.