Olio extravergine, con Covid consumi +12%: record ultimi 10 anni

Per spinta salutistica generata da pandemia

MAR 3, 2021 -

Roma, 3 mar. (askanews) – Durante l’anno del Covid i consumi italiani di olio extravergine di oliva hanno toccato un record di consumi: +12%, segnando il record degli ultimi 10 anni. Anche in virtù delle caratteristiche salutistiche del prodotto, che hanno spinto gli italiani a aumentarne il consumo in un trend, quello della ricerca della salute a tavola, emerso con chiarezza durante la pandemia. Di proprietà salutistiche e di andamento di mercato dell’olio si è parlato nel corso dell’incontro on line a cui hanno partecipato Antonio Moschetta, ordinario di Medicina Interna dell’Università di Bari ‘Aldo Moro’, Andrea Larossa, chef stellato del Ristorante Larossa di Alba, Rossano Boscolo, rettore del Campus Etoile Acamedy.

“Il settore oleario è forse quello che ha resistito meglio all’emergenza sanitaria, con un aumento dei consumi sui mercati nazionali del 12% per le scelte di acquisto dei consumatori orientate a qualità e origine dell’olio extravergine di oliva sotto la spinta salutistica generata dall’emergenza pandemica, un lieve calo dello 0,5% delle esportazioni di olio extravergine pugliese all’estero nei primi 9 mesi del 2020, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%)”, ha detto il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Di fatto, è stata la spinta salutistica generata dalla pandemia a fare salire i consumi di olio di oliva extravergine. Anche gli Stati Uniti, attraverso la Federal Drug Administration (FDA), hanno recentemente sancito l’importanza dell’olio extravergine per la salute umana, rendendo obbligatorio sulle etichette di indicare la percentuale acido oleico e sottolineare l’importanza per la cura della pressione e delle cardiopatie.

L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.

“L’olio extravergine di oliva – ha spiegato il professor Moschetta – è una medicina, è ricco di acido oleico, una sostanza in grado di regolare la proliferazione cellulare. In studi preclinici abbiamo potuto simulare geni alterati e stati di infiammazione intestinale, dimostrando che la somministrazione di una dieta arricchita di acido oleico è in grado di garantire notevoli benefici per la salute. Tali effetti positivi sembrano essere dovuti anche alla presenza dell’enzima SCD1 nell’epitelio intestinale, che funziona quale principale regolatore nel nostro corpo della produzione di acido oleico che non fa ingrassare, tutt’altro”.