Lombardia, Bocci (Pd): a giunta Fontana non importa degli studenti

Bocciata mozione che chiedeva ritorno in presenza "almeno" al 50%

GEN 19, 2021 -

Milano, 19 gen. (askanews) – “Regione Lombardia poteva fare molto per i suoi studenti, soprattutto creando le condizioni per garantire loro la sicurezza per un rientro a scuola almeno al 50 per cento. Ma la Giunta non ritiene la scuola un servizio essenziale e non fa quel che deve per tenerla aperta. Se i ragazzi delle superiori continueranno a stare in didattica a distanza, dovranno ringraziare Fontana e il centrodestra, che, bocciando la nostra mozione, non vogliono impegnarsi”. E’ duro il commento di Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, dopo la discussione questo pomeriggio della sua mozione sul “Ritorno alla didattica in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado”.    “Avevamo chiesto poche, precise cose per riportare i ragazzi in classe, perché la Dad è utile ma comporta rischi, disturbi e disagi gravi, colpisce il benessere psicofisico, il livello di apprendimento, nega uguali opportunità di accesso e condizioni di studio, porta aumento della dispersione scolastica – ripercorre il suo intervento Bocci -. Regione Lombardia deve intervenire potenziando il trasporto pubblico locale, anche rivolgendosi ai privati come fanno già altre regioni, estendere i tracciamenti, vaccinare subito il personale scolastico, istituire dei presidi sanitari all’interno delle singole scuole. Insomma, dare sicurezza al rientro a scuola e chiedere in conferenza Stato-Regioni di limitare al massimo la Dad per le superiori anche in zona rossa. Non gliene è importato niente”.   Bocci e il Pd hanno chiesto espressamente al consiglio di sostenere la richiesta di studenti e famiglie, “ma la Giunta ha risposto che è compito del Governo occuparsi di questi temi, ha lamentato ancora una volta l’istituzione della zona rossa come se non fosse stato per primo il presidente Fontana a rifiutarsi di riaprire rinviando tutto al 25 gennaio, ha buttato la palla nel campo dei Ministeri. Niente di più sbagliato. Un vero scaricabarile, insomma, e nonostante alcuni punti cardine che abbiamo più volte ribadito: la scuola è un servizio essenziale, una priorità, almeno per noi; le scuole non sono ambienti a rischio; la Dad a oltranza comporta danni ben maggiori per i ragazzi. Non è bastato: la Lombardia non è dalla parte dei ragazzi”.