Fond. Gimbe: calo contagi troppo lento, serrata Natale inevitabile

Nell'ultimo mese 20.000 morti, ingiustificato calo dei tamponi

DIC 17, 2020 -

Roma, 17 dic. (askanews) – La discesa dei contagi da Covid-19 in Italia è troppo lenta, gli ospedali sono ancora saturi, si sono registrati oltre 20.000 decessi nell’ultimo mese. Con queste premesse, la serrata di Natale è inevitabile per arginare la terza ondata. Sono le indicazioni che arrivano dal monitoraggio della Fondazione Gimbe nella settimana 9-15 dicembre, che conferma un lieve rallentamento nella crescita dei nuovi casi, sovrastimato da un ulteriore calo dei tamponi.

Cala la pressione sugli ospedali, ma area medica e terapie intensive rimangono sopra la soglia di saturazione rispettivamente in 10 e 14 regioni. E soprattutto continua a salire il numero dei decessi. “A fronte di questi numeri, le (in)decisioni politiche sono in balìa di conflitti governo-regioni, compromessi partitici e reazioni emotive, piuttosto che essere informate da un piano strategico per tutelare la salute, sostenere concretamente l’economia e gestire le conseguenze sociali della pandemia. Governo e regioni non possono limitarsi a temere la terza ondata, devono arginarla”, spiega il presidente Nino Cartabellotta.

“I dati di questa settimana – precisa Cartabellotta – confermano il rallentamento del contagio, documentato dalla riduzione dell’incremento percentuale dei casi totali (6,4% vs 8,4% a livello nazionale, registrata anche in tutte le Regioni) e dal numero dei nuovi casi settimanali (- 17,1%). Tuttavia, la netta riduzione di oltre 88 mila casi testati (-16,1%) e il rapporto positivi/casi testati stabile (figura 1) finiscono per sovrastimare gli effetti delle misure di mitigazione”. La consistente e “ingiustificata” riduzione dell’attività di testing viene infatti registrata in tutte le Regioni, eccetto Veneto e Valle d’Aosta.

Il bacino degli attualmente positivi si svuota molto lentamente e in 6 Regioni si registra addirittura un incremento rispetto alla settimana precedente. In particolare, dopo il picco del 22 novembre (805.947 positivi), i casi attualmente positivi sono diminuiti in 24 giorni del 20,8%, con una riduzione media giornaliera dello 0,9%: tuttavia con oltre 667 mila casi attualmente positivi risulta al momento impossibile riprendere qualsiasi attività di tracciamento. “Sicuramente le misure restrittive introdotte dal DPCM 3 novembre 2020 hanno frenato la diffusione del contagio – continua Cartabellotta – ma la lenta e irregolare discesa della curva, unita ad un rapporto positivi/casi testati stabile da tre settimane, suggeriscono che le misure di mitigazione abbiano ormai dato il massimo risultato e ora, con le progressive riaperture, verosimilmente la curva prima rallenterà la sua discesa per poi tornare inesorabilmente a salire”.(Segue)