Maroni, difesa: nessun favoritismo, già assolto in Cassazione

L'avvocato Aiello: "Per la Suprema Corte nessun reato"

DIC 2, 2020 -

Milano, 2 dic. (askanews) – L’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è sotto processo a Milano per un reato che “è già stato annullato dalla Cassazione con una sentenza di due settimane fa”. E’ stato questo il tasto più battuto dall’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex governatore lombardo, durante la prima udienza del processo milanese che vede il politico della Lega sul banco degli imputati per le presunte pressioni esercitate sull’ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, Guido Bonomelli, con l’obiettivo di fare ottenere un contratto a una sua amica, l’architetto Giulia Capel Badino. Un caso giudiziario molto simile quello che vedeva l’ex governatore sotto accusa per il caso del contratto ottenuto in Eupolis, società regionale di formazione professionale, dalla sua ex collaboratrice Mara Carluccio e che si è chiuso nelle scorse settimane in Cassazione con l’assoluzione di Maroni e l’annullamento della condanna a 1 anno inflitta al leghista nel primo e secondo grado di giudizio. “La Cassazione ha stabilito che quelle pressioni non costituiscono un reato e che da parte di Maroni non c’è stato nessun tipo di favoritismo”, ha puntualizzato in aula l’avvocato Aiello auspicando “una correzione di tiro da parte della procura”. E ribadendo che Maroni non ha commesso nessun illecito: “Se un politico si fida di un proprio collaboratore – ha aggiunto con tono retorico il difensore di Maroni – perchè mai non dovrebbe segnalarlo?”.

Il pm Giovanni Polizzi accusa l’ex governatore lombardo di induzione indebita e turbata libertà nella scelta del contraente perchè, come risulta dal capo di imputazione, “abusando della sua qualità di di vertice dell’ente regionale ai suoi poteri”, esercitò una serie di pressioni sull’allora numero uno di Infrastrutture Lombarde “affinchè conferisse un incarico pubblico all’architetto” Capel Badino a cui era legato “da una relazione affettiva”. Sul banco degli imputati c’è lo stesso Bonomelli, su cui pende anche l’accusa di falso. Fu lui il bersaglio delle “ripetute insistenze” fatte da Maroni, ha ricostruito il magistrato in aula, tra il novembre 2017 e l’aprile 2018, ossia “lo stesso periodo storico in cui il governatore era imputato per fatti analoghi”. Non a caso, ha aggiunto il pm Polizzi, le intercettazioni telefoniche effettuate durante le indagini contengono “espliciti riferimenti” a quel processo che si è concluso in Cassazione con l’assoluzione dell’ex governatore. Oltre a una serie di prove documentali e alla trascrizione delle intecettazioni telefoniche, l’impianto accusatorio su basa anche sulle dichiarazioni fatte mettere a verbale dai testimoni. Sono 8 i nomi inseriti nella lista testi della Procura che le difese hanno chiesto di dichiarare “inammissibile” perchè invitata al Tribunale con mail ordinaria e non in pec. Su questa e altre richieste delle difese i giudici sono entrati in riserva rinviando il procedimento al 1 febbraio.