Roma, 27 nov. (askanews) – Lieve sconto di pena per la cosiddetta ‘talpa’ della Procura di Roma. In Corte d’appello i giudici della Capitale hanno riconosciuto la penale responsabilità per la cancelliera Simona Amadio e togliendo 6 mesi hanno comminato una condanna a 7 anni e sei mesi di carcere per l’accusa di avere rivelato notizie coperte da segreto d’ufficio ad un imprenditore in odore di camorra, Carlo D’Aguano, titolare di bar e sale giochi. Il manager ha avuto 8 anni e 6 mesi.
La cancelliera all’epoca dei fatti era in servizio nella segreteria di un procuratore aggiunto capitolino. Tra i condannati in appello anche alcuni agenti di polizia. Penale responsabilità affermata per Angelo Nalci, che ha avuto 5 anni e due mesi; e per Francesco Macaluso, che ha preso 5 anni e 8 mesi. Nel complesso sono state decise 10 condanne. Per i poliziotti sono cadute alcune pene accessorie, come la destituzione dal servizio.
Nei confronti degli imputati le accuse vanno, a vario titolo, dalla corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, alla corruzione per l’esercizio della funzione, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio.