Accoltellò 24enne a Milano: Caravita jr va ai domiciliari

Il gip: "Ha chiesto scusa e iniziato a risarcire"

NOV 20, 2020 -

Milano, 20 nov. (askanews) – Esce dal carcere e torna a casa Alessandro Caravita, il figlio dello storico capo ultrà dei Boys-San della curva dell’Inte Franco Caravita che fu arrestato il 7 giugno scorso con l’accusa di aver accoltellato un 24enne al culmine di una rissa scoppiata tra i tavolini all’aperto di Corso Garibaldi, una delle tradizionali zona della movida milanese. Lo ha deciso il gip Guido Salvini accogliendo la richiesta di attenuazione della misura cautelare avanzata dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Mirko Perlino. In particolare il giudice ha valutato “positivamente” la “lettera di scusa inviata alla persona offesa e il parziale risarcimento finora effettuato”. Così ha deciso di concedere i domiciliari a un ragazzo “in giovanissima età” che “aveva 20 anni al momento dell’episodio” e che, nonostante il “fatto molto grave” da lui commesso, è comunque “incensurato” e “ha sofferto in cospicuo periodo di custodia cautelare in carcere anche in condizioni difficili”.

A imporre una misura cautelare più morbida del carcere è poi l’emergenza Coronavirus. “L’attuale situazione carceraria ove si sta diffondendo l’epidemia dovuta al Covid 19 – evidenzia il giudice milanese in un passaggio dell’ordinanza – comporta l’oppurtunità di mantenere la misura della custodia cautelare in carcere solo quando sia assolutamente necessaria, circostanza questa che non emerge dal caso in esame”.

Caravita, accusato di tentato omicidio, ha tentato di saldare il proprio debito con la giustizia attraverso il patteggiamento della pena. Ma la sua richiesta è stata respinta dal gip Salvini perchè la pena proposta – 4 anni e 10 mesi di carcere – è stata giudicata “non congrua” e perciò troppo bassa. La vittima, colpita con 6 coltellate “anche nei pressi di organi vitali come il cuore”, fu portata in ospedale in “concreto pericolo di vita”. Ora Caravita dovrà affrontare un processo con rito abbreviato davanti a un giudice diverso dal gip Salvini che, essendosi già espresso, si è reso incompatibile.