Morra: l’emergenza della Calabria è un’emergenza nazionale

Mondo si divide in ciò che è Calabria e in ciò che lo diventerà

NOV 19, 2020 -

Roma, 19 nov. (askanews) – “Data l’inaccessibilità di tante zone del territorio, si sono nel tempo costruite enclave umane che hanno conservato mentalità tendenti a perpetuarsi, a replicarsi senza accettare il confronto con la diversità”. Così, in una intervista a “L’Eurispes.it”, il magazine dell’istituto di ricerca, il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Nicola Morra, commenta le vicende degli ultimi giorni in Calabria, che hanno portato alla sostituzione di ben tre Commissari per la sanità, fino all’odierno arresto del presidente del Consiglio Regionale, Domenico ‘Mimmo’ Tallini. “Vorrei ricordare a tutti un’intercettazione acquisita agli atti nell’inchiesta ‘Infinito’ promossa dalla DDA di Milano in cui si intercetta un calabrese, un boss, che ad un nuovo affiliato dà una spiegazione che tutti quanti dovremmo tenere a mente: il mondo si divide in ciò che è Calabria e in ciò che lo diventerà”. Entrando nel dettaglio della drammatica situazione sanitaria della regione, che ha la necessità di ottenere l’aiuto di Emergency per assistere i 18 ospedali della Calabria, Morra dice che ciò è accaduto “perché abbiamo concesso che la Sanità venisse governata, gestita da interessi privati e, molto spesso, anche ‘ndranghetistici, tant’è che due Aziende Sanitare Provinciali – esattamente quella di Reggio Calabria e quella di Catanzaro – risultano governate da una Commissione prefettizia indicata dal Ministero dell’Interno perché sciolte per infiltrazione di ‘Ndrangheta. Se questa è la normalità significa che siamo molto, molto lontani dal mio personale modello di normalità”. L’ultimo commissario in pectore che ha rinunciato all’incarico di mettere ordine alla sanità calabrese è l’ex Rettore de La Sapienza, Eugenio Gaudio, di origine cosentine. “Evidentemente, come hanno capito tutti – ha detto Morra nella videointervista parlando della rinuncia per motivi di famiglia – era una giustificazione per il pubblico, le ragioni saranno state altre, ma su questo bisogna chiedere al Professor Gaudio”. Morra ha comunque la speranza che in breve arrivi un nuovo e definitivo commissario per la sanità in Calabria. “Io spero che anche quello che è avvenuto – i domiciliari del Presidente del Consiglio regionale della Calabria – faccia comprendere a chi è al Governo che la Calabria necessita un atteggiamento molto meno epidermico, molto meno superficiale. In Calabria c’è bisogno di sviluppare una prudenza per cui non soltanto non ci si può fidare della propria ombra, ma neanche della propria immagine riflessa allo specchio”. Su Domenico Tallini, ai domiciliari su disposizione del Gip perché avrebbe favorito la cosca “Grande Aracri” di Cutro nella formazione di una società specializzata nella commercializzazione di prodotti per farmacie e parafarmacie, Morra si chiede: “dov’è che operava questa società? Certamente non soltanto in Calabria, ma anche in Puglia ed Emilia. L’Emilia è la regione in cui la cosca Grande Aracri aveva dato prova di grande capacità imprenditoriale, come ha dimostrato l’inchiesta ‘Emilia’. Ma poi, soprattutto, questa era una società specializzata nelle forniture a farmacie, quindi la ‘Ndrangheta è entrata in rapporto con farmacisti e parafarmacisti, con un mondo che noi definiamo grossolanamente dei “colletti bianchi”. Facciamo attenzione, perché ormai la ‘Ndrangheta è dappertutto, come sostiene il dottor Gratteri”.