Covid, Boccia: con Regioni incontro costruttivo e unitario

Parametri attuali non cambiano, ma confronto per prossimo DPCM

NOV 19, 2020 -

Roma, 19 nov. (askanews) – “Lavoriamo insieme, come abbiamo sempre fatto, per il prossimo Dpcm, approfondendo in sede tecnica le proposte della Conferenza delle Regioni. Ma fino al 3 dicembre restano in vigore parametri e regole condivise, oggi in vigore. Serve chiarezza che abbiamo il dovere di garantire anche nel dibattito pubblico. Questo modello sta funzionando e regge sull’assunzione reciproca di responsabilità. Le proposte scientifiche della Conferenza delle Regioni saranno oggetto di un rigoroso confronto con il Prof. Brusaferro, il Prof. Rezza e i tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità che valuteranno tutti i contributi con grande attenzione. Abbiamo la responsabilità comune di garantire la salute di tutti riducendo ogni giorno i contagi e alleviando la pressione sulle reti sanitarie. Dobbiamo lavorare con velocità e unità perché nessuna famiglia pianga più. Anche oggi purtroppo ancora troppi dolori. I morti non sono numeri ma persone la cui scomparsa rende tutti noi più poveri”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, al termine del confronto con le Regioni.

“Abbiamo già stanziato – ha detto – risorse per ristorare le attività che dovranno fermarsi e tutti gli impegni che possiamo assumere li stiamo assumendo nella nuova cornice di bilancio Europea costruita anche grazie all’impegno italiano. Alle Regioni che ritengono di fare ordinanze più restrittive d’intesa con il governo dobbiamo garantire certezze. Bene il Lazio che propone misure rigorose anche con Rt sotto 1, la difesa della salute è la priorità assoluta”.

“Se togliessimo potere di ordinanze restrittive, come a volte chiedono alcuni presidenti daremmo ragione a chi dice ‘centralizziamo’ tutto e invece sarebbe un errore perché le Regioni conoscono meglio i modelli territoriali e seguendo linee guida nazionali ferree e rigorose, i presidenti possono decidere come intervenire in base alle caratteristiche dei territori. Intervenire nelle aree interne, in quelle di montagna o in quelle metropolitane non è la stessa cosa perché dipende da servizi disponibili e trasporti correlati”, ha concluso il ministro.