Nursing Up: carenza di infermieri cresce ogni giorno

Lombardia, Campania Piemonte e Liguria al picco dell'emergenza

OTT 27, 2020 -

Roma, 27 ott. (askanews) – “Campania al primo posto assoluto per carenza di infermieri per fronteggiare l’emergenza pandemia. Tra le 10 e le 12mila unità di professionisti della sanità mancano all’appello per fronteggiare il nemico. Al secondo posto c’è la disastrata Lombardia. Segue il Piemonte. Ma sono gli scenari interni, la disorganizzazione, il precariato, i nuovi turni massacranti, gli spostamenti “tappabuchi” di colleghi da un reparto e da un ospedale all’altro, senza logica, penalizzando reparti no-covid a irrimediabile rischio chiusura, a fronte di pochissime nuove assunzioni, a far scattare l’allarme, ben oltre la soglia di emergenza”. Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, sindacato infermieri italiani, rende noti i dati del nuovo report elaborato dal sindacato, questa volta incentrato sui preoccupanti numeri della mancanza di infermieri nelle aree covid della sanità pubblica per tenere testa alla pericolosa riesplosione della pandemia.

LOMBARDIA – Nel 2019 la carenza di infermieri si assestava secondo i nostri dati, in sintonia con quelli della FNOPI, su oltre 50.000 unità in Italia, che con l’effetto di Quota 100 sarebbero saliti in 3 anni anche fino a 75.000. Per la Lombardia la carenza si attestava a circa 5000 unità di personale infermieristico. In un anno è cambiato ben poco, anzi la pandemia richiede un incremento di personale infermieristico e di supporto, per il maggior impegno e rischio nell’assistenza erogata ai pazienti Covid positivi, cosa che al momento non è affatto avvenuta nella Regione in assoluto più colpita dal coronavirus nella prima ondata della scorsa primavera. “I nostri referenti – spiega – ci illustrano di scenari interni preoccupanti, per non dire disastrosi. I pronto soccorso dei piccoli ospedali della provincia, come Sesto San Giovanni, rischiano di chiudere in tempi brevi. Cosa sta succedendo? I grandi presidi ospedalieri della città metropolitana come il Policlinico, come il Papa Giovanni XXIII e come il Niguarda stanno cedendo i loro infermieri alle aree covid della Fiera di Milano e di quella di Bergamo. Nella prima ci sono 150 posti letto di terapia intensiva, e secondo il documento “Linee d’indirizzo regionali per la rideterminazione delle dotazioni organiche”, il numero di infermieri necessari per posto letto, per la terapia intensiva è pari a quasi 2 unità, e sono numeri al ribasso, declinati per le esigenze in condizioni ordinarie. A Bergamo si devono coprire 50 posti letto di terapia intensiva con lo stesso numero di personale sanitario”. (Segue)