Mafia, chiesta indagine su scomparsa documenti su Messina Denaro

Ass.Familiari vittime: Procura Palermo accerti responsabilità

OTT 27, 2020 -

Palermo, 27 ott. (askanews) – Una lettera aperta al Procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, per sollecitare l’apertura di una indagine sulla scomparsa di dei supporti telematici dell’Appuntato Calogero Pulici, “contenenti i verbali di interrogatorio di un collaboratore di giustizia, coperti da segreto investigativo”. L’ha scritta Giuseppe Ciminnisi, Coordinatore Nazionale Familiari Vittime di mafia dell’Associazione ‘I Cittadini contro le mafie e la corruzione’. Cimminisi ripercorre la vicenda giudiziaria che aveva portato ad aprire un procedimento penale – concluso a Caltanissetta con l’assoluzione di entrambi – nei confronti dell’allora Procuratore di Trapani (oggi Pg di Firenze), Marcello Viola, e dell’aggiunto della Procura di Palermo, Teresa Principato, in quanto venne accertato che c’era stato uno scambio di informazioni tra due magistrati visto che era “processualmente accertato un continuo rapporto di collaborazione e di scambio di atti tra le Autorità Giudiziarie di Trapani e Palermo”. I fatti risalgono al 2015, quando a seguito di un’indagine che vide coinvolti due magistrati che davano la caccia al latitante, l’appuntato della Guardia di finanza Pulici, assistente della Principato, venne allontanato dagli uffici della procura (ha subito altri processi riportando ben sette assoluzioni). “Tra le accuse mosse – continua Ciminnisi – anche quella di aver consegnato nell’ottobre 2015, all’allora capo della Procura di Trapani, Marcello Viola, un pc e pendrive contenenti i verbali di interrogatorio di un collaboratore di giustizia, coperti da segreto investigativo. Lo scorso anno è emerso il particolare della scomparsa del pc e delle due pendrive che contenevano tutti i file delle attività di indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro e che erano di proprietà dell’appuntato. Supporti informatici contenenti atti d’indagine, scomparsi misteriosamente dalla stanza della Dottoressa Principato”. “A distanza di cinque anni – incalza Ciminnisi nella lettera aperta al Procuratore Lo Voi – non è dato sapere chi e perché si impadronì di quegli atti d’indagine che, a seguito di quanto emerso a Caltanissetta nel corso del processo nei confronti di Matteo Messina Denaro per essere stato tra i mandanti delle stragi del ’92, potrebbero oggi avere particolare rilevanza, visto che il processo ha aperto a nuove ipotesi investigative sulla genesi delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, sui depistaggi avvenuti prima e dopo gli attentati e sui possibili mandanti esterni”. Per questo Ciminnisi chiede a Lo Voi “qualora non sia già avvenuto, che voglia far avviare – o sollecitare – accurate indagini, affinchè venga fatta piena luce e si risalga ai responsabili di un gesto gravissimo avvenuto all’interno di quello che per noi cittadini rappresenta il Tempio della Giustizia e che dovrebbe essere un luogo sicuro.”