Dal 14 al 20 ottbre contagi e decessi raddoppiati, ricoveri +66% (i dati della Fondazione Gimbe)

Terapie intensive +68%, l'argine del tracciamento è saltato

OTT 22, 2020 -

Roma, 22 ott. (askanews) – Contagi e decessi raddoppiati nella settimana dal 14 al 20 ottobre, terapie intensive a +69% e ricoveri con sintomi a +66%. Il rapporto positivi/casi testati è passato dal 7% al 10,9%. L’argine del tracciamento è saltato e i provvedimenti presi nei due Dpcm del Governo prima e dalle Regioni dopo sono insufficienti e tardivi rispetto al trend di crescita della curva epidemica. Servono immediatamente misure di contenimento più rigorose nelle aree a maggior diffusione del contagio al fine di evitare un nuovo lockdown generalizzato.

Questo, in sintesi, l’esito del monitoraggio indipendente eseguito settimanalmente dalla Fondazione Gimbe, che rileva nella settimana 14-20 ottobre, rispetto alla precedente, un incremento esponenziale nel trend dei nuovi casi (68.982 vs 35.204) a fronte di un rilevante aumento dei casi testati (630.929 vs 505.940) e di un ulteriore netto incremento del rapporto positivi/casi testati (10,9% vs 7%). Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (142.739 vs 87.193) e, sul fronte degli ospedali, si registra un’impennata dei pazienti ricoverati con sintomi (8.454 vs 5.076) e in terapia intensiva (870 vs 514). Più che raddoppiati i decessi (459 vs 216).

“Con l’aumentare vertiginoso dei numeri – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – il dato nazionale non rende conto di marcate differenze regionali, oltre che provinciali, che indicano le aree che richiedono provvedimenti più restrittivi per circoscrivere tempestivamente tutti i focolai e arginare il contagio diffuso”. Il report dei principali indicatori documenta un peggioramento in tutte le Regioni su tutti i fronti, fatta eccezione per il modesto incremento dei casi testati.

I dati confermano che i sistemi di tracciamento sono già saltati in gran parte del territorio nazionale e adesso l’obiettivo primario è prevenire il sovraccarico di ospedali e terapie intensive, al fine di contenere l’incremento della letalità.

“L’avvicendarsi di DPCM a cadenza settimanale – precisa Cartabellotta – e la parallela introduzione di ulteriori misure in alcune Regioni, dal coprifuoco alla chiusura dei centri commerciali nei weekend, dimostrano tuttavia che la politica non ha una vera strategia per contenere la seconda ondata. Se, come riferito dal premier Conte in Parlamento, l’obiettivo è quello di tutelare sia la salute che l’economia, Governo, Regioni ed Enti locali devono prendere atto che il virus corre sempre più veloce delle loro decisioni. Non si può continuare ad inseguirlo basandosi sui numeri del giorno che riflettono i contagi di 15 giorni prima, ma occorre guardare alla proiezione delle curve a 2 settimane per decidere immediatamente lockdown mirati, eventuali zone rosse locali e misure restrittive molto più rigorose”.

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