Coronavirus, Zaia: non ci sono condizioni per lockdown

"Continuiamo a lavorare perché non accada mai"

OTT 21, 2020 -

Venezia, 21 ott. (askanews) – “Già oggi il sistema sanitario Veneto è pronto ad attivare 1016 posti letto di terapia intensiva. Abbiamo a disposizione tutti i macchinari necessari, a cominciare dai respiratori automatici, e abbiamo un’autosufficienza media di otto mesi per tutti gli altri dispositivi come mascherine e guanti. Qualche difficoltà, avanti nel tempo, potrebbe esserci per i camici, ma ci stiamo lavorando. Sul fronte del personale, non ci sono problemi per quello infermieristico che, dopo le molte assunzioni fatte, è sufficiente, mentre preoccupa la carenza di medici. Un problema nazionale che viene da lontano”.

Lo ha sottolineato il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nella parte dedicata al Covid-19 del suo intervento programmatico in Consiglio regionale.

“Per questo ho già chiesto al Ministro della Salute Speranza – ha proseguito – di attivare dei corsi rapidi di anestesia e rianimazione per medici di altre specialità. Oggi, sottolineo oggi perché nessuno ha la sfera di cristallo per prevedere cosa ci sarà domani, la curva dei contagi è in salita, ma non esiste alcuna emergenza ospedaliera. Oggi non ci sono le condizioni per ipotizzare un lockdown in Veneto e continuiamo a lavorare perché non accada mai”.

Zaia ha puntualizzato inoltre le motivazioni per cui il bollettino Covid di oggi riporta un forte aumento: “un numero che va letto alla luce del fatto che – ha sottolineato – in una sola notte si sono scaricati praticamente tutti i dati di Venezia dal 15 ottobre a oggi (circa 500 positività), per una variazione del sistema informatico di carico dei dati. L’aumento reale di oggi conferma quindi più o meno l’andamento dei giorni scorsi”. “Noi non siamo né ottimisti né catastrofisti e non ci muoviamo sulla base di opinioni, ma di dati scientifici – ha aggiunto il Governatore – come quelli che stanno alla base del nuovo Piano di Salute Pubblica che delinea cinque scenari di diversa gravità e le azioni sugli ospedali da modulare a seconda della situazione, e come quelli che quotidianamente diffondiamo e valutiamo con i nostri esperti. Facciamo ormai 25-30 mila tamponi al giorno, dai quali emerge che il 96% delle persone positive non presenta sintomi e abbiamo 66 ricoveri in terapia intensiva su 494 posti strutturati, pronti ad arrivare a 1.016. Quindi al momento non esiste tensione sugli ospedali. 66 ricoveri stanno nella forbice da 51 a 150 casi prevista dal livello 2 del nuovo Psp, mentre la fase 5 scatta sopra i 400 letti occupati. In ogni conteggio programmatorio teniamo naturalmente conto di almeno 200 posti da riservare ai pazienti con altre patologie gravi come infarti, ictus, interventi chirurgici importanti, incidenti stradali o sul lavoro”, ha proseguito.

(Segue)