“Scuola resti aperta”: studenti, comitati e genitori in rivolta

Si moltiplicano le proteste contro la decisione presa in Campania

OTT 16, 2020 -

Roma, 16 ott. (askanews) – Ieri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva tuonato definendola una decisione “gravissima, profondamente sbagliata e inopportuna” ed anche oggi non si fermano le polemiche sulla scelta del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di chiudere per due settimane le scuole nel suo territorio, per arginare la forte crescita del nuovi contagi da coronavirus.

Quella di De Luca è vista da molti come una fuga in avanti che potrebbe preludere a chiusure analoghe in altre regioni, con un ricorso totale alla didattica a distanza, come fu durante il lockdown della scorsa primavera: una decisione che penalizzarebbe il percorso di studio di migliaia di studenti appena tornati in aula e complicherebbe ancora di più la gestione familiare.

Studenti, comitati, genitori e cittadini hanno quindi iniziato a mobilitarsi chiedendo non solo la riapertura degli istituti in Campania, ma soprattutto che il governo si adoperi per escludere una nuova serrata nazionale delle scuole.

PRESIDI: “STUDENTI SACRIFICATI” – Già ieri l’Associazione nazionale presidi (Anp) aveva ricordato come “per mesi sui mezzi d’informazione abbiamo ribadito l’importanza della didattica in presenza e la centralità del sistema scuola per il futuro della Nazione. Non intendiamo ora sacrificare i nostri ragazzi che non vanno a scuola solo per apprendere nozioni ma anche, e soprattutto, per imparare a relazionarsi correttamente tra loro”. Per i presidi “se vogliamo decongestionare il sistema di trasporto pubblico, abbiamo almeno due ipotesi concrete su cui lavorare: un maggior ricorso al lavoro agile e l’utilizzo dei trasporti privati, attualmente in difficoltà perché senza lavoro, per accompagnare gli alunni a scuola”.

STUDENTI: “SCONFITTA PER TUTTI” – Per la Rete degli Studenti Medi quella di De Luca “è una decisione grave ma che non arriva affatto inaspettata. Che si riaprisse per chiudere era evidente a tutti, tranne forse alla ministra Azzolina: m un ritorno alla Dad, che probabilmente si prolungherà ben oltre il 30 ottobre e che altre Regioni (Veneto e Lombardia in primis) stanno valutando era una cosa che si doveva e si poteva evitare. Chiudere ora è una sconfitta per tutti, che si poteva evitare con più lungimiranza e senza perdere dei mesi a discutere di questioni irrilevanti come i banchi con le rotelle o se gli studenti che viaggiano su uno stesso autobus possano o meno essere considerati congiunti, con una torsione semantica che lascia il tempo che trova”.

COMITATI IN PIAZZA – E’ pronto a scendere in piazza il comitato “Priorità alla scuola”, che dice “no alla chiusura delle scuole in Campania, perché il diritto all’istruzione deve essere garantito uniformemente su tutto il territorio nazionale” e ha organizzato per lunedì 19 ottobre presìdi e flash mob davanti a tutte le sedi delle Regioni “per ribadire la contrarietà alla chiusura delle scuole salvo nel caso in cui sia deciso un lockdown completo di tutto il Paese”.

MIGLIAIA DI FIRME ON LINE – È arrivata a quasi 10mila firme in poche ore la petizione on line sulla piattaforma Change.org diretta al ministro Azzolina per riaprire le scuole in Campania: “Chiediamo che il Ministero dell’Istruzione intervenga contro l’ordinanza della regione Campania che ha disposto la chiusura delle scuole primarie e secondarie fino al 30 ottobre 2020”, si legge nella petizione. “Chiediamo che tutti gli studenti e studentesse della Regione Campania ritornino, con decorrenza immediata, a poter usufruire della didattica ‘in presenza’ nel rispetto dei protocolli sanitari nazionali vigenti. La Campania non può e non deve restare il fanalino di coda in un settore chiave come l’istruzione”.

MADRI IN PIAZZA A NAPOLI – Intanto a Napoli madri, ragazzi e alcuni insegnanti si sono dati appuntamento, dopo un tam tam sui social e sulle chat dei genitori, sotto la sede della Regione Campania in via Santa Lucia. A loro si sono aggiunti anche decine di autisti di bus scolastici che, dopo aver attraversato in fila il lungomare, hanno fatto capolino anche a Santa Lucia tra gli applausi dei manifestanti. “La scuola è una priorità, non un problema” è lo slogan della protesta, mentre su alcuni striscioni si legge “La scuola non si chiude”, “La scuola non è il virus”. Anche domani, sempre alla Regione Campania, si prevede un’altra manifestazione: a organizzarla gli amministratori del gruppo Facebook “Protesta contro De Luca”.