Fond.Barilla: scelte alimentari determinanti per qualità della vita

Il primo dicembre torna il Forum su alimentazione e nutrizione

OTT 16, 2020 -

Milano, 16 ott. (askanews) – In Italia l’aspettativa di vita alla nascita arriva a circa 83 anni, ma se si guarda alla prospettiva di una vita sana la media si abbassa di circa 10 anni (a 73 ). E spesso dietro un peggioramento della qualità della vita ci sono scelte alimentari sbagliate prolungate nel tempo. Sovrappeso e obesità (che colpiscono quasi il 60% dei nostri over 20 ), insorgenza di malattie croniche (come malattie cardiovascolari, problemi respiratori, diabete, ecc.), mancanza di attività fisica e progressivo allontanamento da modelli alimentari sani, come la Dieta Mediterranea, impattano sulla qualità delle nostre vite. Eppure, ogni individuo può giocare un ruolo fondamentale, sia per la tutela della propria salute che per quella del Pianeta. Fondazione Barilla, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione torna a sottolineare il ruolo della Dieta Mediterranea come modello dietetico ideale per prevenire malattie non trasmissibili , oltre a garantire un impatto positivo sulla salute del Pianeta (il nostro attuale sistema alimentare, dal campo alla tavola, contribuisce fino al 37% delle emissioni globali di gas serra ).

Un concetto che la doppia piramide alimentare e ambientale di Fondazione Barilla, racconta con evidenzia plastica: gli alimenti che favoriscono la salute (ortaggi, frutta, olio extravergine di oliva, frutta secca, cereali integrali, base della Dieta Mediterranea), infatti, sono anche quelli con minore impronta ecologica. “Oggi il 91% dei decessi nazionali è dovuto a malattie non trasmissibili causate, tra i vari fattori, anche da scelte che facciamo a tavola (oltre 3 milioni di persone convivono col diabete, mentre il 44% dei decessi dipende da malattie cardiovascolari). Possiamo tutelare la nostra salute e quella dell’ambiente, come evidenziato anche dalla Farm to Fork Strategy dell’UE, partendo dal piatto – ha spiegato Marta Antonelli, Direttore Ricerca di Fondazione Barilla – Tutti abbiamo un ruolo centrale in questo cambiamento: le organizzazioni internazionali e la società civile, le aziende e i cittadini possono e devono contribuire a un sistema alimentare più equo, sano, giusto e rispettoso dell’ambiente attraverso azioni concrete che sappiano adottare una visione sistemica capace di connettere in modo coerente tutti i problemi della malnutrizione, dal dramma della fame al problema dell’obesità. Il recente riconoscimento del Premio Nobel per la Pace al World Food Programme ribadisce ulteriormente l’importanza di intensificare gli sforzi di tutti per assicurare un futuro migliore alle persone e al Pianeta garantendo a tutti l’accesso a cibo sano e sostenibile”.

Il Covid-19, nella sua grande drammaticità, ha mostrato l’urgenza di un sistema alimentare nuovo, sano e sostenibile. Secondo un recente studio condotto su 5.000 connazionali, durante il lockdown circa un italiano su due ha preparato dolci mentre uno su tre si è messo alla prova con pizza o focacce. Scelte alimentari che, unite alla ridotta attività fisica e allo smart working, hanno comportato un aumento del 3-4% di chili in eccesso nella popolazione. Il lockdown ha tuttavia generato anche una inversione di tendenza in positivo: è cresciuto il consumo di cibi sani come verdura (33%), frutta (29%), legumi (26,5%), acqua (22%) e olio extravergine di oliva (21,5%), portando il Belpaese a riscoprire nuovamente le basi della Dieta Mediterranea. “Tutti dobbiamo comprendere l’importanza di adottare diete sane e sostenibili e la centralità delle nostre scelte alimentari quotidiane nella tutela della nostra salute e del Pianeta. Per mettere in pratica soluzioni concrete e ribadire il ruolo di ognuno (cittadini, formatori, società civile e decisori) nel ripensare i nostri sistemi alimentari, Fondazione Barilla ricorda l’appuntamento con la prossima edizione del Forum internazionale su alimentazione e nutrizione che organizzeremo il primo dicembre per immaginare e preparare un futuro più sostenibile”, conclude Anna Ruggerini, direttore operativo di Fondazione Barilla.