Shalabayeva, sentenza attesa per oggi a Perugia

Il 23 settembre scorso la requisitoria del pubblico ministero

OTT 14, 2020 -

Roma, 14 ott. (askanews) – Oggi è attesa la sentenza del tribunale di Perugia sul caso dell’espulsione dal nostro Paese di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov. La donna venne rimpatriata nel 2013 con la figlia di 6 anni e successivamente è comunque tornata in Italia. Lo scorso 23 settembre il pm Massimo Casucci ha chiesto due anni e quattro mesi per l’allora capo della squadra mobile romana Renato Cortese e due anni, due mesi e 15 giorni per l’ex dirigente dell’ufficio immigrazione, Maurizio Improta. Il magistrato, comunque, ha parlato per quasi 8 ore davanti al collegio e sollecitato la condanna per tutti gli imputati.

In sede di requisitoria è stata sollecitata l’assoluzione dal reato principale di sequestro di persona per la giudice di pace che si occupò del caso, Stefania Lavore, e per il poliziotto Stefano Leoni, che era in servizio all’Ufficio immigrazione. Per loro il magistrato ha sollecitato però la condanna rispettivamente a un anno e 15 giorni e un anno di reclusione. Chiesti inoltre un anno, due mesi e 15 giorni per Luca Armeni e un anno, dieci mesi e 15 giorni per Francesco Stampacchia, entrambi funzionari della squadra mobile, e un anno e cinque mesi per Vincenzo Tramma, agente dell’ufficio immigrazione.

Per tutti gli imputati il magistrato ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche e l’assoluzione per alcuni dei capi d’imputazione contestati. Nel processo sono stati ipotizzati a vario titolo diversi episodi di falso, oltre al sequestro di persona ai danni di Alma Shalabayeva e della figlia Alua. Oggi i giudici di Perugia sono entrati in camera di consiglio alle 10 circa di stamane.