Vaticano, investimenti centralizzati entro l’inizio del 2021

Verranno convogliati sotto l'Apsa: più trasparenza e controlli

OTT 1, 2020 -

Città del Vaticano, 1 ott. (askanews) – E’ ufficiale: in Vaticano gli investimenti, attualmente sparpagliati tra i diversi dicasteri, saranno centralizzati sotto l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa).

Già il cardinale George Pell, quando era prefetto della Segreteria per l’Economia, aveva messo mano ad una simile idea, ideando una Sicav – acronimo di Società d’investimento a capitale variabile – in Lussemburgo: una sorta di “investment bank” capace di far crescere il capitale finanziario ma molto lontana dalla concezione che Papa Francesco ha dell’economia.

Naufragato quel tentativo, con l’uscita di Pell, tornato in Australia per difendersi in tribunale dalle accuse di pedofilia (ma dopo 400 giorni in carcere e dopo essere stato scagionato dalla Corte suprema del paese in questi giorni è tornato a Roma, formalmente per rassettare il suo appartamento), gli uomini del Papa, stando ad un memo interno, pensano da mesi ad “una gestione più efficiente delle risorse finanziarie, l’ampliamento delle possibilità di investimento, un più agevole monitoraggio e contenimento dei rischi e l’assicurazione del rispetto di criteri etici”. Un progetto che le recenti vicende giudiziarie – il controverso acquisto dell’immobile di Sloane Avenue, a Londra, avviato dalla Segreteria di Stato, con fondi autonomi, all’epoca in cui Sostituto agli Affari generali era Angelo Becciu – ha accelerato.

“Ci sono decisioni che richiedono tempo per essere attuate”, spiega il nuovo prefetto della Segreteria per l’Economia, padre Juan Antonio Guerrero, in una intervista a Vatican News in occasione della pubblicazione del bilancio della Santa Sede. “I progressi si fanno a poco a poco. Secondo la Costituzione Pastor Bonus (1984), l’APSA è l’amministratore della Sede Apostolica. Nel novembre 2018 – ricorda il gesuita spagnolo – il Papa ha chiesto al cardinale Marx, coordinatore del Consiglio dell’Economia, di centralizzare gli investimenti. A poco a poco ci stiamo muovendo in questa direzione. Quest’anno abbiamo avuto molti incontri e riunioni, abbiamo esaminato molti possibili modelli. Penso che abbiamo fatto progressi e la decisione è matura per scegliere un modello imparando dalle buone pratiche degli altri. Ritengo probabile che entro la fine dell’anno o l’inizio dell’anno prossimo si compiano i passi definitivi. La centralizzazione permetterà senza dubbio una maggiore trasparenza e un più preciso controllo, oltre a dare la possibilità di investire in modo unitario, seguendo la dottrina sociale della Chiesa, con criteri etici, sostenibili, di buon governo e professionali. Va detto che la maggior parte degli investimenti sono centralizzati nell’APSA. Molti altri investimenti effettuati da istituzioni legate alla Santa Sede, avvengono anche attraverso lo IOR, che offre una garanzia di controlli, trasparenza e criteri etici. È ovvio che lo IOR, che negli ultimi anni ha fatto un percorso magnifico, dovrebbe avere un ruolo importante anche nell’organizzazione degli investimenti della Santa Sede. La centralizzazione deve infatti essere combinata con la sussidiarietà: non tutto può essere centralizzato se vogliamo essere efficaci”.