Fond. Barilla: decalogo per la sostenibilità alimentare delle città

L'esempio di 12 città del mondo: da Milano a New York

SET 30, 2020 -

Milano, 30 set. (askanews) – Per contribuire allo sviluppo di politiche alimentari sostenibili a livello urbano, Fondazione Barilla con il gruppo di lavoro del Goal numero 2 di ASviS ha elaborato 10 raccomandazioni portando l’esempio di 12 città virtuose nel mondo che già hanno implementato food policy che vanno nel segno della sostenibilità. Ecco quali sono le 10 indicazioni contenute nello studio “Cibo, Città, Sostenibilità. Un tema strategico per l’Agenda 2030”, presentato in occasione del Festival dello sviluppo sostenibile di ASviS.

1. Pianificare una strategia e politica sul cibo a livello urbano: come ha fatto il comune di Milano che durante la pandemia, ha attivato il “Dispositivo di aiuto alimentare”, grazie al quale sono state ridistribuite circa 600 tonnellate di cibo, raggiungendo più di 20.000 persone. 2. Garantire a tutti il diritto di avere accesso a cibo sano e nutriente, riducendo le disuguaglianze socioeconomiche, prevenendo la diffusione di malattie croniche non trasmissibili ed evitando l’emergere dei “deserti alimentari”. È quello che ha fatto Londra, che ha vietato alle aziende di fare pubblicità ai prodotti che non contribuiscono all’adozione di una dieta sana dai propri mezzi pubblici. 3. Progettare e dare vita a un sistema di mense scolastiche e pubbliche sostenibili, in grado di promuovere le filiere corte, sostenere la transizione verso l’agricoltura biologica e lottare contro gli sprechi. Le città di Fano, Cremona e Bergamo sono andate in questa direzione: i loro menù scolastici risultano tra i più sani e sostenibili d’Italia 4. Costruire una cultura del cibo fondata sul concetto di dieta varia e sana, così come fatto a Copenaghen, che ha avviato una serie di programmi educativi per sensibilizzare docenti, studenti e genitori ad adottare regimi alimentari sani e sostenibili e che propone menù sani e bilanciati all’interno delle proprie mense pubbliche 5. Promuovere l’innovazione di prodotto e di processo. A Lione, durante il lockdown, è stato lanciato un tool per consentire a 350 aziende agricole locali di vendere i prodotti online 6. Rafforzare le connessioni positive tra ambiente e cibo anche attraverso la multifunzionalità dell’agricoltura urbana e periurbana. A Parigi vengono offerti lotti di terreno a chi vuole coltivare il proprio cibo in città, trasformando la Capitale francese nella più grande rooftop farm d’Europa 7. Rendere i sistemi alimentari urbani più resilienti, riducendo la dipendenza delle città da filiere alimentari lunghe. A Quito è stato sviluppato il piano “Quito resiliente” per incentivare meccanismi partecipativi, aumentare la sicurezza alimentare, proteggere i cittadini 8. Disegnare le filiere della solidarietà per proteggere le fasce più deboli della popolazione. Bologna ha lanciato l’iniziativa “l’Unione fa la spesa”, un sistema di consegna a domicilio di prodotti alimentari e farmaceutici per le persone più in difficoltà 9. Rafforzare, democratizzare e localizzare la pianificazione dei sistemi alimentari. Roma ha costituito il Consiglio del Cibo della Città, realtà che riunisce tutti gli attori della filiera e accompagna l’amministrazione verso la costituzione di una Food Policy urbana 10. Mappare i sistemi locali del cibo, per avere a disposizione i dati necessari per indirizzare le scelte politiche e adeguarle al mutare del contesto. New York, a seguito dell’aumento di persone bisognose di assistenza alimentare durante l’emergenza Covid-19, ha lanciato il programma “Feeding New York” per mappare le “aree del bisogno” e disegnare politiche ad hoc per contrastare l’aumento del fenomeno.