Irbm: vaccino, se test ok entro fine novembre 2-3 milioni di dosi

Piero di Lorenzo: io sono fiducioso e nutro un cauto ottimismo

SET 17, 2020 -

Roma, 17 set. (askanews) – Il vaccino di AstraZeneca, messo a punto dallo Jenner Institute dell’Oxford University in collaborazione con l’Irbm di Pomezia, ha ripreso la sperimentazione dopo un breve stop a causa della reazione sospetta su un volontario nel Regno Unito e se i test andranno bene le scadenze saranno tutte rispettate: “Due-tre milioni di dosi entro novembre”, lo assicura il presidente della Irbm di Pomezia Piero di Lorenzo, aggiungendo che saranno rispettate “entro giugno 2021” le forniture previste dall’accordo con la Commissione Europea. Un accordo che prevede fino a 400 milioni di dosi del vaccino per la popolazione europea.

Mercoledì 9 era arrivato lo stop, tre giorni dopo l’indagine del Comitato indipendente si è chiusa favorevolmente stabilendo che non c’era nesso con il vaccino, la Medicines Health Regulatory Authority (Mhra), l’ente regolatorio britannico ha dato l’ok non rilevando problemi di sicurezza, e la sperimentazione è ripartita, e a Pomezia quasi non si sono fermati. “Diciamo che non abbiamo quasi avuto il tempo di fermarci – ha spiegato ad AskaNews il presidente dell’Irbm Piero di Lorenzo – sono stati così solerti nel valutare l’evento presentato, fortunatamente il caso era evidentemente così chiaro che in una sola riunione hanno potuto dichiarare che non c’era nessuna relazione tra l’evento verificato e il vaccino”.

Un evento che gli scienziati non conoscono perché la sperimentazione avviene per massima trasparenza e cautela in doppio cieco, scienziati e volontari non sanno neanche chi ha avuto il vaccino e chi il placebo.

“Il protocollo prevede che si debba inviare subito tutta la documentazione all’agenzia regolatoria, cosa che è stata fatta; non era obbligatorio interrompere la sperimentazione ma per massimo di prudenza è stato fatto e comunque – spiega Di Lorenzo – è stata immediatamente sbloccata dalla dichiarazione della mancanza di relazione dell’evento col vaccino da parte della commissione quindi tutto è ripartito come prima, quindi come aveva annunciato il ministro della salute Speranza in Senato e come dichiarato dal presidente di AstraZeneca è ragionevolmente credibile che se non ci saranno eventi avversi nell’ultimissima fase della sperimentazione già a novembre potrebbero essere disponibili dei vaccini, in Italia e non solo in Italia, o ma i due-tre milioni ipotizzati per l’Italia 20 giorni fa sono quelli che ipotizziamo oggi, non è cambiato nulla”.

E “io sono fiducioso e nutro un cauto ottimismo. Incrociando le dita”.

Lme