E’ nata Crel Sardegna, prima associazione degli imprenditori

Il presidente Marco Sulis: "Puntiamo al rilancio dell'economia"

SET 16, 2020 -

Cagliari, 16 set. (askanews) – Crel, ovvero come una sigla può assurgere al ruolo di motore per la Sardegna. “La Consulta Regionale Economia Lavoro nasce con l’obiettivo di fare qualcosa di concreto per restituire slancio all’economia della nostra Isola”.

Marco Sulis, il presidente della nuova nata, costituita poche settimane fa con numerosi imprenditori e liberi professionisti sardi che provengono da esperienze differenti, ha le idee chiare e non si nasconde dietro un dito: “Vogliamo essere slegati dalle logiche romane. D’altronde, per un imprenditore oggi è imprescindibile il supporto tecnico di un consulente che lo aiuti a districarsi nel caos degli adempimenti burocratici”. Un Consiglio direttivo formato da 12 persone, con un presidente, un vicepresidente vicario, un segretario generale e nove vicepresidenti che hanno competenze specifiche nelle varie materie. “Non sarò un uomo solo al comando”, ha precisato Sulis. “Noi non siamo un doppione delle Associazioni datoriali attive da decenni, e men che meno ci sentiamo in contrapposizione con loro. Semmai andiamo ad integrarci e mettiamo in campo la nostra esperienza, cercando di individuare nuovi percorsi di crescita. È indispensabile la collaborazione con le altre realtà e con tutte le forze politiche. Il comparto turistico è al centro di qualunque ragionamento, perché attorno ad esso ruotano tantissimi settori: cultura, artigianato, agroalimentare, sport, ricettivo, commercio, pubblici esercizi, ambiente. Insomma, tantissimi posti di lavoro. Tutti parlano di turismo, spesso dimenticando che si tratta di un’industria complessa legata ai trasporti e alle iniziative che attraggono in Sardegna i visitatori. Qui entrano in gioco sia i privati che gli enti pubblici preposti alla promozione della nostra destinazione. Si ipotizza che il turismo costituisca l’11 per cento del Pil sardo, ma a nostro parere non è così: vale molto di più, anche se è difficile determinare con certezza la ricaduta di un settore che ha un indotto estremamente variegato. Occorre una nuova risposta da parte della politica isolana, con la piena collaborazione di maggioranza e opposizione: il turismo non è di destra, di centro o di sinistra. È auspicabile una visione lunga. Il Centro Studi che stiamo organizzando, entro l’anno presenterà dati e proposte concrete”.

“L’emergenza Covid-19 – ha aggiunto il vicepresidente vicario Davide Marcello – sta mettendo a durissima prova il settore del commercio, relativamente alle microimprese. Ogni attività commerciale è un piccolo ingranaggio dell’economia sarda e, se non si interviene subito, alla fine pagheremo tutti le conseguenze. Serve un piano straordinario che salvaguardi le micro-attività. Purtroppo non sarà facile recuperare tutti i posti di lavoro persi negli scorsi mesi. Tutelare il commercio di strada significa non solo garantire l’occupazione ma anche restituire le strade ai cittadini, assicurare un controllo sociale, tenere puliti e illuminati i nostri marciapiedi. Occorre una terapia shock, con l’introduzione di strategie al passo con i tempi e il taglio di imposte e tasse, oltre al supporto urgente delle banche locali che devono concedere anziché negare. Inoltre, massima attenzione al fenomeno dell’abusivismo, un fenomeno che mina profondamente la fiducia delle imprese nei confronti delle istituzioni. Chiediamo anche maggiore attenzione da parte della politica: negli ultimi anni, nel bilancio regionale che supera i 7 miliardi di euro, la spesa programmata per le imprese non è mai arrivato mai all’1%. Infine, è ormai inderogabile la modifica radicale della legge regionale n. 5 del 18 maggio 2006, soprattutto nella parte riguardante i saldi: non possiamo avere come riferimento un testo che risale a quattordici anni fa. Il mondo è radicalmente cambiato, è vitale riscrivere la legge in tempi rapidissimi”.

Francesco Tuveri, dottore commercialista che svolgerà le funzioni di segretario generale, mette l’accento sulla “assoluta necessità di superare i limiti delle attuali categorie datoriali, cioè delle Associazioni che rappresentano una determinata categoria. Dirò di più: non solo dev’esserci un’interazione tra le varie categorie ma la Crel Sardegna propone al suo interno, per la prima volta, i liberi professionisti”.

“Vogliamo essere – ha detto – un trait d’union tra queste realtà che, in qualche modo, sono sempre collegate tra di loro. Se va male una categoria, c’è un automatico riverbero sulle altre. I vari attori economici, oggi più che mai, devono cooperare per superare un grave periodo di crisi. E noi possiamo offrire, al nostro interno, tutte quelle figure professionali che sono indispensabili per un’impresa: dal controllo di gestione aziendale all’avvocato, dal consulente del lavoro al commercialista, sino ai consulenti su privacy, antiriciclaggio e sicurezza negli ambienti di lavoro, dall’assistenza per l’accesso al credito e ai finanziamenti comunitari, statali e regionali alla scuola d’impresa. I nostri servizi punteranno su questo”.