Milano, Delpini apre l’anno pastorale con il pontificale in Duomo

Riconoscere propria vocazione: modo giusto di raccontare una storia

SET 8, 2020 -

Milano, 8 set. (askanews) – “Il modo giusto di raccontare una storia è riconoscervi una vocazione e una pluralità di risposte”. Sono le parole con cui l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha aperto questa mattina l’omelia della Messa Pontificale in Duomo nella solennità della natività della Beata Vergine Maria, cui è dedicata la cattedrale. “Il dono che viene offerto da questa festa a tutti i fedeli della diocesi – ha proseguito Delpini – è la rivelazione o il pro-memoria della voce che li chiama e che apre gli occhi per riconoscere che la vita è vocazione. Entrare nel Duomo durante la festa di Maria Nascente, ammirare da fuori il Duomo con tutti i suoi santi è un invito a cercare l’angolo che mi è riservato. Su quale guglia, in quale angolo, in quale splendore, in quale nascondimento c’è il mio posto?”.

Nel corso dell’omelia l’Arcivescovo ha sottolineato il ruolo fondamentale dei laici nella Chiesa, ricordando in particolare l’Azione Cattolica Diocesana che si appresta a celebrare le assemblee per rinnovare le cariche e ha ribadito l’importanza delle forme di vita consacrata specificamente dedicate alla diocesi. Con la Messa pontificale, nella quale è stato celebrato il rito di ammissione di 19 candidati al presbiterato e 7 al diaconato, inizia anche l’anno pastorale, come ha ricordato lo stesso arcivescovo al termine della celebrazione: “La ripresa di questo anno richiede particolari attenzioni e impegna anche a recuperare quanto la pandemia ha impedito nei mesi scorsi. Gli uffici di curia e in particolare l’avvocatura si fanno carico di offrire indicazioni per la ripresa del catechismo, per la celebrazione delle cresime, per la visita alle famiglie”.

Sull’atteggiamento di fondo con cui vivere la situazione, l’arcivescovo ha ricordato la proposta pastorale “Infonda Dio sapienza nel cuore”, disponibile fin da luglio, che propone il tema della sapienza per qualificare questo anno che si avvia con tante complicazioni e domande: più che “tempo di programmazione”, si tratta di “un esercizio di interpretazione e discernimento”, dopo un periodo in cui “la città dell’abbondanza si è trovata deserta, la città festosa si è sentita una città fallita”. Ma, “come a Cana, la madre di Gesù ha notato che non c’era più vino e ha interpretato la situazione come l’occasione propizia per la rivelazione delle intenzioni di Gesù”.

Nei messaggi alla fine della celebrazione, Delpini ha anche invitato la diocesi a pregare in modo speciale domenica 13 settembre per invocare la benedizione per l’inizio dell’anno scolastico, che comincia il giorno dopo. Nei prossimi giorni un messaggio dell’arcivescovo e una preghiera per le scuole saranno messi a disposizione di tutte le parrocchie e diffusi ai media.