Citrobacter a Verona, Sin: servono procedure rigorose

Contro le infezioni nelle terapie intensive neonatali

SET 7, 2020 -

Roma, 7 set. (askanews) – La Società Italiana di Neonatologia (SIN) è vicina alle famiglie dei piccoli nati prematuri deceduti a seguito dell’infezione da Citrobacter contratta presso l’ospedale della Donna e del Bambino di Verona ed ai genitori degli altri neonati colpiti da questo batterio killer. “Il pensiero – spiegano in una nota – va anche a tutto il personale sanitario coinvolto che quotidianamente, con costante impegno, professionalità e dedizione si occupa delle cure di questi piccoli neonati, considerati come figli”. Lo afferma il presidente della Società Italiana di Neonatologia, Fabio Mosca.

A fronte di questa drammatica vicenda, la SIN sottolinea che le 115 Terapie Intensive Neonatali (TIN) presenti in Italia dispongono di attrezzature all’avanguardia ed offrono elevati standard di sicurezza e di qualità delle cure, come testimoniano i tassi di mortalità neonatale tra i più bassi al mondo. L’infezione di un neonato non necessariamente vuol dire ‘mal practice’: i nati prematuri sono pazienti critici e fragili, con difese ridotte, spesso ricoverati in terapia intensiva e quindi sottoposti a procedure diagnostico-terapeutiche invasive che aumentano il rischio infettivo. In questo contesto, la SIN lavora da sempre nel campo della prevenzione, ponendo grande attenzione alla formazione continua di medici e infermieri, ben consapevoli che le infezioni costituiscono una costante minaccia per i nati pretermine, proprio in relazione alla loro fragilità.(Segue)