Coronavirus, card. Parolin: non ostacolare vicinanza ai malati

Non trascurare le dimensioni spirituali della pandemia

AGO 27, 2020 -

Città del Vaticano, 27 ago. (askanews) – “Nella situazione di drammatica emergenza che abbiamo vissuto, si è palesato il limite di un’interpretazione delle questioni sanitarie secondo paradigmi esclusivamente tecnici che ha praticamente negato alcuni bisogni fondamentali, ad esempio ostacolando la prossimità dei familiari e l’accompagnamento spirituale dei malati e dei moribondi”. Lo afferma il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di papa Francesco, in una intervista a Carlo Di Cicco per Ripartelitalia.it.

“Se tutti i Governi sono stati costretti a prendere misure drastiche, al punto da fermare tante attività economiche per combattere la pandemia, significa che la priorità non è l’economia, ma la persona. Ciò implica anzitutto prendersi cura della salute. Tuttavia, la Dottrina Sociale della Chiesa, che è radicata nell’antropologia cristiana, ci ricorda che non ci si può limitare a curare solo la salute del corpo. Occorre badare all’integralità della persona umana, che dev’essere quindi l’obiettivo prioritario dell’impegno politico ed economico, in un’etica di responsabilità condivisa nella casa comune”.

“Di conseguenza, la Chiesa invita a ritrovare la vocazione dell’economia al servizio dell’uomo, per garantire ad ogni persona le condizioni necessarie per uno sviluppo umano integrale e una vita dignitosa. ‘Ora più che mai – scriveva Papa Francesco nella Pasqua dell’11 aprile scorso – sono le persone, le comunità e i popoli che devono essere al centro, uniti per guarire, per curare e per condividere'”.

“Vanno perciò evidenziati alcuni pericoli apparsi nella lotta contro la pandemia, come il prevalere di approcci antropologici riduttivi che, concentrandosi sulla salute corporea, rischiano di considerare di fatto trascurabili le dimensioni spirituali. Nella situazione di drammatica emergenza che abbiamo vissuto, si è palesato il limite di un’interpretazione delle questioni sanitarie secondo paradigmi esclusivamente tecnici che ha praticamente negato alcuni bisogni fondamentali, ad esempio ostacolando la prossimità dei familiari e l’accompagnamento spirituale dei malati e dei moribondi. Questo richiede che si sviluppi una riflessione più approfondita circa i molteplici interrogativi che la pandemia ha posto dinanzi noi”.