Amatrice, vescovo di Rieti: Appennino non ha smosso quanto Genova

E cita il commissario Legnini: ricostruzione in ritardo

AGO 24, 2020 -

Roma, 24 ago. (askanews) – “Tutto l’Appennino non ha ‘smosso’ quanto da solo ha mobilitato il ponte di Genova”: così il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, nella messa celebrata nel quarto anniversario del terremoto che ha colpito il centro Italia, denunciando nell’omelia il fato che la ricostruzione è stata “sin qui – ha detto il presule citando il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini – caratterizzata da una lentezza non più sostenibile'”.

Monsignor Pompili, ex portavoce della Cei, è partito dalla lettura del giorno, tratta del Vangelo di Giovanni, per formulare la sua denuncia ed esprimere la sue speranze: “‘Da Nazareth può venire qualcosa di buono?’. La domanda posta a bruciapelo da Natanaele mostra la sua perplessa reazione di fronte al Messia, le cui origini dimesse non corrispondono alle sue attese. E diventa un’espressione proverbiale per dire che non ci si aspetta nulla. Verrebbe da dire”, ha proseguito Pompili: “‘E da Amatrice può venire qualcosa di buono?’ a parte l’amatriciana? Niente di buono visto che la ricostruzione è stata, e uso le parole del commissario Legnini, di cui apprezzo l’onestà intellettuale ma soprattutto la determinazione a imprimere una svolta, ‘sin qui caratterizzata da una lentezza non più sostenibile’. Niente di buono, visto che molti sono altrove e non torneranno. Niente di buono, visto che tutto l’Appennino non ha ‘smosso’ quanto da solo ha mobilitato il ponte di Genova”, ha detto i vescovo tra gli applausi. “Eppure – esattamente come il Covid – 19 ha creato una netta cesura tra quello che è stato e ciò che sarà dopo – anche il post-terremoto può segnare uno spartiacque per il nostro Paese. Un passaggio, appunto, tra una vecchia idea di ricostruzione e una nuova idea di rigenerazione. Che cosa vuol dire, in concreto?”.

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