Covid 19, dispositivo respiratorio nasale per casi lievi

Sviluppato dalla partnership tra SodaStream e ospedale Gerusalemme

LUG 31, 2020 -

Milano, 31 lug. (askanews) – La pandemia da Covid-19 ha reso urgente avere sempre disponibili respiratori negli ospedali e nelle strutture sanitarie. Proprio per rispondere a questa esigenza, Sodastream e l’Hadassah Ein-Kerem Hospital hanno avviato una partnership che ha consentito lo sviluppo di una soluzione medica innovativa per la terapia respiratoria nasale. Il dispositivo, approvato dal ministero della Salute israeliano, è entrato in fase di sperimentazione clinica nell’unità di terapia intensiva generale dell’ospedale di Gerusalemme su 40 pazienti.

L’innovazione è stata progettata per trattare i pazienti Covid-19 in condizioni da lievi a moderate in difficoltà respiratorie, e quindi ancora in grado di respirare autonomamente. Il dispositivo fornisce infatti ai pazienti i corretti livelli di ossigeno richiesti in base alla specifica situazione. Alcuni studi hanno dimostrato che questo tipo di dispositivo è in grado di prevenire l’aggravamento clinico e la conseguente intubazione (assistenza respiratoria invasiva) in alcuni pazienti, nonché di ridurre i rischi e le complicazioni ad esso associati. Inoltre, l’uso di tale dispositivo può sopperire alla carenza di respiratori rendendoli di conseguenza disponibili per i pazienti in maggiore sofferenza respiratoria per i quali l’aiuto di un respiratore è l’unica opzione disponibile.

Il dispositivo consente la somministrazione di una miscela di ossigeno-aria attraverso il naso ad alta portata, alta umidità e temperatura corporea. Lo sviluppo si basa su un sistema termodinamico che controlla la temperatura della miscela aria-ossigeno e conduce il composto nel naso del paziente in combinazione con un’elevata umidità, superiore all’80%. I parametri di umidità, temperatura e percentuale di ossigeno – critici per la qualità della respirazione – sono costantemente monitorati e forniscono al personale medico un’indicazione audiovisiva in caso di anomalia.

Attualmente sul mercato esiste un numero limitato di sistemi simili in grado di soddisfare questi requisiti, ma sono indicati per il trattamento individuale e non per interventi massicci come nel caso di una pandemia. A seguito dell’emergenza sanitaria il dottore Akiva Nachshon, medico responsabile dell’unità di terapia intensiva dell’Ospedale Hadassah Ein Kerem, ha contattato Avi Cohen, capo della divisione Ricerca e sviluppo di SodaStream, e insieme hanno creato un team speciale composto da ingegneri sviluppatori SodaStream.

“Ci siamo resi conto che c’era una carenza di ausili per terapia respiratoria non invasivi per il trattamento dei pazienti affetti da COVID-19 e dopo aver raccolto l’interesse da parte di Sodastream nel fare qualcosa di concreto per affrontare questo periodo di emergenza, abbiamo cercato di pensare fuori dagli schemi – ha spiegato Akiva Nachshon di Hadassah Ein-Kerem – Parlando con un amico abbiamo capito che la soluzione era proprio qui nell’industria israeliana, sotto il nostro naso, in ogni cucina. È bastato uno scambio con il responsabile Ricerca e Sviluppo di SodaStream per far partire il tutto. Lo stesso giorno avevamo già uno schizzo, da cui il progetto si è sviluppato in maniera indedibilemnte veloce. Il nostro obiettivo è di essere in grado di aiutare quei pazienti che hanno bisogno di assitenza respiratoria con il sistema innovativo Stream02, che evita di intervenire in maniera invasiva quando non necessario”.

“La macchina per la terapia respiratoria nasale sviluppata dal team congiunto di medici dell’Hadassah e di ingegneri di SodaStream può essere una perfetta soluzione salvavita – ha spiegato Avi Cohen, responsabile Ricerca e Sviluppo di SodaStream – Il vantaggio del nostro progetto è la possibilità di replicarlo in grandi quantità e renderlo disponibile per i pazienti che soffrono di disturbi respiratori in Israele e nel mondo”.