Caso camici: ancora in corso acquisizioni Gdf in Regione e Aria

Indagini: Bongiovanni sapeva del conflitto di interessi

LUG 10, 2020 -

Milano, 10 lug. (askanews) – Proseguono da due giorni e sono ancora in corso le acquisizioni documentali avviate mercoledì scorso dai militari Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza nella sede della Regione Lombardia e negli uffici di Aria, la centrale acquisti regionale. I finanziari sono a caccia di documenti sulla procedura che il 16 aprile scorso portò la Consip lombarda a siglare con Dama, società di proprietà di Andrea Dini, cognato del governatore Attilio Fontana, un contratto da 513 mila euro per la fornitura alla Regione di 75 mila camici da destinare a medici, infermieri e personale sanitario impegnati nell’emergenza Coronavirus. Contratto che poi venne trasformato in donazione grazie al presunto “ruolo attivo” del governatore Fontana che, secondo quanto emerge dagli atti di indagine, si sarebbe interessato direttamente alla vicenda dopo l’intervista rilasciata il 15 maggio all’inviato di “Report”, la trasmissione di Rai 3 che per prima sollevò il caso. Insieme ai militari delle Fiamme Gialle in Regione e nella sede di Aria ci sono anche i consulenti di Pwc nominati dalla Procura.

L’inchiesta milanese, condotta dai pm Luigi Furno, Paolo Filippini e Carlo Scalas, ha per il momento portato a due indagati per turbata libertà nella scelta del contraente: il titolare di Dama, Andrea Dini, e il direttore generale di Aria Filippo Bongiovanni, che proprio oggi ha chiesto di essere trasferito ad altro incarico. Secondo i magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, al momento di sottoscrivere l’ordine di acquisto con Dama, il numero uno della Consip lombarda sapeva benissimo del conflitto di interessi in capo all’azienda del cognato del governatore. Dama non avrebbe inoltre sottoscritto il “Patto di integrità regionale” che imponeva alle aziende dichiarare la presenza di eventuali profili di conflitti di interesse. Patto che però, complice la situazione drammatica scatenata alla pandemia, nella fase più acuta dell’emergenza Coronavirus non è stata presentata da molte altre aziende che forniscono beni e servizi all’amministrazione regionale.