Neutroni a caccia di perdite d’acqua. Esa premia l’italiana Cosmic

Prima nella gara per startup. Parla il founder Riccardo Marchetto

LUG 9, 2020 -

Roma, 9 lug. (askanews) – Sfruttare i raggi cosmici che colpiscono la Terra per individuare le perdite di acqua lungo le condotte idriche e ridurre così lo spreco di una risorsa preziosa per la vita.

E’ questa l’idea sviluppata dalla startup italiana Cosmic che ha conquistato il primo premio nella competizione dell’Agenzia spaziale europea dedicata alle imprese innovative, a cui hanno partecipato 101 progetti, aggiudicandosi un pacchetto di servizi di mentoring del valore di 100mila euro. Al secondo posto si è piazzata la tedesca Hawa Dawa (che ha creato una piattaforma globale di gestione della qualità dell’aria), al terzo posto, a pari merito, la spagnola Orbital EOS (che ha sviluppato una piattaforma commerciale per rilevare e caratterizzare le fuoriuscite di petrolio nei mari) e la tedesca ConstellR (per l’idea di una costellazione di CubeSat a infrarossi termici che integrerà i dati del programma Copernicus per fornire un servizio di monitoraggio a basso costo delle colture a livello globale, quotidiano e a livello di singolo campo).

“Passare la selezione ed entrare quindi nella top ten per noi era già stata una bella soddisfazione, ma quando la settimana scorsa ci hanno comunicato che eravamo arrivati primi è stato incredibile! Un’emozione fantastica quanto inaspettata, visti anche i prodotti interessanti presentati dagli altri finalisti”. A parlare è Riccardo Marchetto, 43 anni, un master in politiche spaziali, fondatore della startup Cosmic, insieme a Luca Stevanato, 35 anni, fisico nucleare.

“Cosmic è nata a Latina nel gennaio di quest’anno – racconta Marchetto – ma l’idea dal cuore veneto è in fase di sviluppo da circa due anni da parte del team di Neptune Srl, un’altra start up innovativa incubata dall’ESA tramite il BIC Lazio (ora LazioInnova), che nel 2014 ha introdotto e brevettato sul mercato la ricerca delle perdite idriche attraverso l’analisi di immagini satellitari. Un bel passo avanti se si pensa che prima, per ricercare le perdite, si doveva percorrere a piedi la strada lungo tutta la rete (parliamo di reti di migliaia di km) e normalmente si riuscivano a coprire 5-6 km/giorno. L’introduzione del satellite ha permesso di indagare oltre 40 km/giorno in quanto l’operatore deve recarsi solo dove il satellite rileva l’umidità nel sottosuolo. Neptune è cresciuta velocemente e la ricerca satellitare è diventato uno standard sempre più apprezzato. Abbiamo quindi investito i primi 3 anni per migliorare questa tecnica con risultati soddisfacenti, ma volevamo qualcosa in più. E’ iniziato quindi lo studio dei neutroni per testarne la fattibilità nell’individuazione delle perdite idriche. Abbiamo fatto tutto in casa, sicuramente in maniera artigianale ma veloce e fortunatamente siamo riusciti a sviluppare il prodotto anche nel periodo di lockdown senza ritardi significativi nella timeline del progetto”.

Come funziona il sistema che avete sviluppato? “Cosmic rileva l’umidità del terreno in base ai neutroni liberi che vi si trovano. Ogni minuto noi siamo investiti da migliaia di raggi cosmici, particelle radioattive che provengono dallo Spazio e ci colpiscono continuamente. Non sono dannose in quanto la nostra atmosfera le filtra e ne riduce l’energia ma sono ben conosciute dalle agenzie spaziali per i problemi che causano all’elettronica dei satelliti e ai possibili rischi a cui sono sottoposti gli astronauti. Questi raggi sono composti da varie particelle e quelle utili per il nostro obiettivo sono i neutroni che vengono ‘rallentati e assorbiti’ dall’idrogeno. Una molecola d’acqua è composta da 2 atomi di idrogeno e 1 di ossigeno, per cui – spiega Marchetto – in una perdita idrica abbiamo molte molecole di idrogeno che assorbono questi neutroni determinando un calo nel punto della perdita”.

“Il nostro strumento di rilevazione – sottolinea – può essere montato su qualsiasi mezzo e portato così lungo le strade, rilevando l’eventuale perdita nei tubi della distribuzione idrica che si trovano in gran parte sotto le strade, ad una velocità di 40-50 km/ora controllando così una quantità di rete di oltre 300 km/giorno rispetto ai 5 delle tecniche tradizionali. Montato, ad esempio, sui mezzi di raccolta della nettezza urbana che quotidianamente percorrono le strade del territorio in maniera capillare, il dispositivo Cosmic si traduce per il gestore idrico in un doppio vantaggio: riduzione dei costi e sorveglianza continua che consente di intervenire subito sulle perdite”.

Milioni di metri cubi d’acqua vengono sprecati quotidianamente a causa di reti che perdono tra il 30 e il 45% dell’acqua introdotta. Un problema mondiale di ordine sia economico che etico. I motivi, dice Marchetto, sono essenzialmente due: “l’età delle condotte, costruite tra il secondo dopoguerra e il boom economico degli anni ’80” e “la loro posa sotterranea che rende molto difficile l’individuazione della perdita”.

“La ricerca classica, basata su un principio acustico, prevede di appoggiare un particolare microfono, detto geofono, sul tubo e ascoltare se vi è un rumore di perdita. Ma per raggiungere il tubo bisogna prima eseguire tutta una serie di lavori (rimozione di asfalto o ghiaia, del coperchio, ecc.) che rallentano ulteriormente le lavorazioni. Il principale vantaggio del sistema Cosmic – sottolinea Marchetto – è proprio l’assenza di contatto con il tubo e la sua trasportabilità su un qualsiasi veicolo”.

“Abbiamo un prototipo già ingegnerizzato – prosegue il fondatore della startup – con il quale stiamo percorrendo le strade sotto le quali vi sono le tubazioni dei clienti. Attualmente lo stiamo calibrando: passiamo dove sappiamo che ci sono perdite e analizziamo il calo del conteggio di neutroni. A breve effettueremo l’operazione contraria obiettivo della startup: ossia circoleremo con un’auto e dove vedremo un calo dei conteggi andremo ad individuare la perdita. Lo strumento risponde secondo le aspettative per cui a breve sarà nella fase ‘ready to market’. Dobbiamo ringraziare il gruppo Hera Spa e il Gruppo Veritas Spa che sono stati visionari in tale progetto e ci hanno permesso di iniziare quanto prima i test e le calibrazioni del sistema lungo le loro reti. Abbiamo anche già altre richieste di contatto e di preventivo da parte di altri primari gestori italiani quali ACEA Spa ed IREN Spa. Una grande soddisfazione che ripaga la serietà con cui ci siamo precedentemente approcciati al mercato con la tecnologia satellitare”.

Altre idee su cui state lavorando? “Per prima cosa – conclude Marchetto – dobbiamo terminare bene questo progetto. Il business plan prevede la fornitura di uno strumento ad ogni gestore. Gli strumenti saranno in collegamento continuo con il nostro server dove, dopo l’operazione di raccolta dei dati, un algoritmo di intelligenza artificiale elabora costantemente i dati e riconosce i pattern di perdita con invio immediato del report di indagine al cliente. Altri progetti? Beh, ne abbiamo in mente uno veramente futuristico… ma è ancora presto per parlarne”.