Piemonte, Gabusi: aumenteremo convenzione con Protezione Civile

"Presto non più distanziamento sociale su mezzi extraurbani"

LUG 3, 2020 -

Torino, 3 lug. (askanews) – Dall’alluvione dello scorso autunno all’emergenza Coronavirus, “bisogna riconoscere che quest’anno la nostra Protezione Civile si è contraddistinta per un gran lavoro sul territorio. Pensiamo quindi ad un sostegno economico maggiore e di aumentare la convenzione del 10%”. E’ un bilancio sostanzialmente positivo quello tracciato dall’assessore piemontese con delega alla Protezione Civile e ai Trasporti, Marco Gabusi, a circa un anno dal suo insediamento. “Pensavo che il mio battesimo del fuoco fosse stato con l’alluvione dello scorso autunno e invece…” è poi arrivato il Coronavirus.

Nei momenti peggiori dell’emergenza “la Protezione Civile ha fatto un lavoro certosino sul territorio, ha distribuito 4,5 milioni mascherine ai Comuni piemontesi, altre 800 mila alle case di riposo e ha macinato km in ogni angolo del Piemonte a sostegno della popolazione. Quindi serve un riconoscimento importante, visto che la Convenzione con la Protezione Civile è ferma a 7/8 anni fa”, ha detto ad Askanews Gabusi. Il Piemonte non è tra le Regioni che esce a pieni voti dalla pandemia: “In un momento come questo, inimmaginabile, nessuno è esente da colpe, ma più che ripiegarsi sul passato occorre guardare al futuro per fare meglio. Rispetto al tema degli approvvigionamenti dei dispositivi di protezione, per esempio, forse occorreva pensare a riconvertire più rapidamente la produzione, non solo in Piemonte, ma lo dico come sistema paese, un po’ sul modello di quanto fato in Germania”, ha suggerito Gabusi.

“Certo come Regione occorre prendersi delle responsabilità sulla medicina territoriale, tutte le forze politiche in Piemonte hanno sempre riservato poca attenzione al tema fino a poco prima della pandemia. Del resto le Regioni che hanno reagito meglio in emergenza a prescindere dal colore politico sono state quelle che avevano una medicina territoriale più forte. Il Piemonte all’inizio ha pagato dazio perché poteva fare pochi tamponi. Oggi la situazione è molto diversa”, ha spiegato Gabusi. Taglia corto sulla Commissione d’inchiesta che non ci sarà e che era stata sollecitata dalle minoranze di centrosinistra e dal M5S. “E’ una scelta che compete al consiglio regionale e non al mio assessorato. Credo che ci siano molti modi per fare chiarezza”.