Nasce la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia, frutto del Sinodo

Le tensioni dell'assemblea, la decisione del Papa di non decidere

GIU 30, 2020 -

Città del Vaticano, 30 giu. (askanews) – Nella perenne tensione tra centro e periferia che caratterizza la Chiesa cattolica mondiale, è nata il 29 giugno, festività dei santi Pietro e Paolo, una ‘conferenza ecclesiale dell’Amazzonia’.

I suo compito, si legge in una nota, sarà ‘assumere, a partire dal territorio, molte delle proposte nate nell’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la regione panamazzonica’.

Questo organismo era stato infatti prospettato a conclusione del sinodo che si è svolto ad ottobre a Roma. Ad annunciarne la sua nascita, ora, sono stati la Rete panamazzonica (Repam) e la Conferenza degli episcopati dell’America latina (Celam).

‘Proponiamo di creare un organismo episcopale che promuova la sinodalità tra le Chiese della regione, che aiuti a delineare il volto amazzonico di questa Chiesa e che continui il compito di trovare nuovi cammini per la missione evangelizzatrice, includendo in special modo la proposta dell’ecologia integrale, rafforzando così la fisionomia della Chiesa amazzonica’, si leggeva nel documento finale approvato dai padri sinodali ad ottobre. ‘Si tratterebbe di un organismo episcopale permanente e rappresentativo che promuove la sinodalità nella regione amazzonica, articolato con il CELAM, con una propria struttura, in un’organizzazione semplice ed articolato anche con la REPAM. In questo modo può essere il canale efficace per assumere, a partire dal territorio della Chiesa latinoamericana e caraibica, molte delle proposte emerse in questo Sinodo. Sarebbe il nesso in grado di articolare reti e iniziative ecclesiali e socio-ambientali a livello continentale e internazionale’.

Come è noto, il sinodo amazzonico innescò forti tensioni all’interno della cattolicità. Dopo tre settimane di discussioni, a tratti aspre, dentro e fuori l’aula sinodale, i padri sinodali votarono un documento di 120 paragrafi che conteneva diverse proposte concrete. Tutte approvate superando il quorum dei due terzi dei votanti. Accolte tuttavia con estremo allarme dai settori più conservatori della Chiesa. Sulla proposta più dirompente, l’ordinazione sacerdotale di diaconi sposati a capo di comunità cattoliche amazzoniche, si erano mossi, prima ancora dell’avvio della discussione, i pezzi da novanta della Curia romana. Un libro a quattro mani del cardinale Robert Sarah e del Papa emerito Benedetto XVI era suonato come il loro estremo campanello d’allarme.

Dopo settimane di attesa, infine, a febbraio il Papa si era infine pronunciato. Un sinodo si conclude, infatti, con l’esortazione apostolica pontificia, il vero testo magisteriale. La ‘Querdia Amazonia’ però – questo il titolo del testo bergogliano – non faceva proprie le proposte dei padri sinodali né le rigettava. ‘Con questa Esortazione desidero esprimere le risonanze che ha provocato in me questo percorso di dialogo e discernimento’, esordiva Francesco. ‘Non svilupperò qui tutte le questioni abbondantemente esposte nel Documento conclusivo. Non intendo né sostituirlo né ripeterlo’.

Il Papa, hanno rilevato gli osservatori più acuti, in quell’occasione ha ‘deciso di non decidere’. Deludendo i settori progressisti, nel orbe cattolico e in particolare in Brasile e nel resto dell’America latina. Lasciando le frange conservatrici col fiato sospeso (quanto ai reazionari, sono contrati a priori a questo Pontefice). E mantenendo nel limbro le diverse proposte avanzate dai padri sinodali: non solo i ‘preti sposati’, ma anche, per fare solo gli esempi più dibattuti, le ‘donne diacono’ e – architrave della svolta che rappresenterebbe una ‘Chiesa dal volto amazzonico’ – l’introduzione di uno specifico ‘rito amazzonico’ analogo ai molti riti già esistenti nel variegato corpo ecclesiale. Un ‘rito amazzonico’ che introdurrebbe nella regione, in vie straordinaria ma stabile, liturgie, riti, espressioni di culto e forme ecclesiologiche, più vicine alla cultura indigena.

Ora la prima proposta di quel sinodo – contenuta, appunto, nel documento finale approvato dai padri, e non nella esortazione apostolica del Papa – vede la luce. Nasce una ‘conferenza ecclesiale’ dell’Amazzonia, più ampia dunque di una conferenza episcopale, e a guidarla sarà l’anziano cardinale brasiliano Claudio Hummes, francescano, progressista, figura-chiave del sinodo, nonché il porporato che, suggerendo all’arcivescovo di Buenos Aires appena eletto Papa di ‘non dimenticare i poveri’, in Cappella Sistina, è all’origine della scelta di Jorge Mario Bergoglio di scegliere il nome ‘Francesco’.

‘E’ un evento molto speciale che la nascita della Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia avvenga nel giorno dedicato ai Santi Pietro e Paolo. Esso conferma la sua vocazione di porsi al servizio della Chiesa, della sua opzione profetica e della sua azione missionaria in uscita, che sorgono come una chiamata ineludibile del tempo presente’, si legge in una nota dell’assemblea che, celebrata virtualmente tra il 26 e il 29 giugno, ha fatto nascere questo organismo. ‘Questa festa della Chiesa è anche un gesto di ringraziamento per il servizio del Santo Padre’. Il 29 giugno, infatti, si celebrano i santi Pietro e Paolo, che rappresentano l’eterna complessità della Chiesa cattolica: l’uno, Pietro, il primo Papa, la roccia sulla quale Gesù ha posato la sua Chiesa, l’altro, Paolo, l’aposolo delle genti, capace di dare voce allo Spirito che, secondo il Vangelo, ‘soffia dove vuole’.

‘Questa Assemblea, realizzata in modo inedito per canali digitali, è stata una novità dello Spirito e si inserisce in questo kairós di speranza che continua il percorso sinodale per aprire nuovi cammini per la Chiesa e per un’ecologia integrale nella regione panamazzonica’, si legge nel comunicato diramato da Celam e Repam in spagnolo, portoghese, italiano, inglese e francese.

La nascita di questa Conferenza ecclesiale è ‘un atto di speranza unito al Magistero di papa Francesco, che ha accompagnato da vicino tutto il processo’, prosegue la nota. ‘La composizione dell’Assemblea riflette l’unità nella diversità della Chiesa e la sua chiamata a una sempre maggiore sinodalità; unità espressa anche dalla preziosa presenza e dall’accompagnamento permanente da parte di importanti esponenti della Santa Sede che sperimentano una relazione diretta e una forte vicinanza con il Sinodo sull’Amazzonia e con la missione della Chiesa in questo territorio. Atteggiamento che senza dubbio continueranno ad avere, accompagnando, dai loro rispettivi incarichi, questi nuovi cammini’.

‘La votazione del nome, dopo un profondo discernimento nell’attuale fase del processo – Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia – e della sua identità, composizione e regole generali di funzionamento (statuto), sono state approvati in modo unanime da parte dei membri con voto’.

‘Al contempo, con enorme speranza e gioia, vogliamo condividere la notizia dell’elezione del cardinale Claudio Hummes ofm (Brasile) come presidente; di monsignor David Martínez de Aguirre op (Perù) come vicepresidente. Per il Comitato esecutivo sono stati scelti monsignor Eugenio Coter (Bolivia) come vescovo rappresentante delle Conferenze episcopali del territorio amazzonico, insieme alle presidenze delle istanze ecclesiali regionali che accompagneranno questo processo in modo organico: Celam, Repam, Clari, Caritas Aly, nonché ai tre rappresentanti dei popoli originari designati: Patricia Gualinga del popolo Kichwa-Sarayakú (Ecuador), suor Laura Vicuña Pereira del popolo Kariri (Brasile) e Delio Siticontzi del popolo Asháninka (Perù)’.

‘In questi tempi difficili ed eccezionali per l’umanità, mentre la pandemia colpisce con forza la regione panamazzonica e le realtà di violenza, esclusione e morte contro il bioma e i popoli che lo abitano reclama un’urgente quanto imminente conversione integrale’, si legge ancora nella nota, ‘la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia vuole essere una buona notizia e una risposta opportuna al grido dei poveri e della sorella madre Terra, così come uno strumento efficace per assumere, a partire dal territorio, molte delle proposte nate nell’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la regione panamazzonica, celebrata nell’ottobre 2019, e un ponte che animi altri rete e iniziative ecclesiali e socio-ambientali a livello continentale e internazionale (cf. Documento finale, 115). In comunione ecclesiale, nel giorno della Solennità dei Santi Pietro e Paolo’. Nella eterna, proficua tensione che nella Chiesa contrassegna i rapporti tra centro e periferia, tra Roma e chiesa locale, tra il Vaticano e l’Amazzonia, lontanissima ma non così tanto.