Restituiti a Comunità ebraica 19 volumi sottratti da nazisti

Siglato a Roma Protocollo tra Carabinieri e Comunità ebraica

GIU 24, 2020 -

Roma, 24 giu. (askanews) – “Non un gesto di riparazione, che non è possibile dopo la tragedia dell’olocausto, ma un segno ulteriore di amicizia e di restituzione di scritti fondamentali per la memoria. Memoria che costituisce la stessa storia di una comunità come quella ebraica”. Così il sottosegretario al Ministero per i Beni Culturali Anna Laura Orrico ha spiegato stamane la restituzione di 19 libri alla comunità ebraica di Roma. Una cerimonia che si è tenuta presso il Tempio Maggiore della Capitale con la firma di un Protocollo d’intesa tra il Comando tutela patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri e la Comunità ebraica romana, alla presenza del Comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri e dei più alti rappresentanti della comunità ebraica romana, il Rabbino capo Di Segni e la presidente della comunità Ruth Dureghello. Presente anche, oltre al sottosegretario Orrico, il gen. Roberto Riccardi comandante del reparto tutela del patrimonio culturale dell’Arma.

Nella cerimonia odierna sono stati restituiti 19 libri di varia natura, con ogni probabilità tutti riconducibili alla biblioteca del collegio rabbinico di Roma e comunque appartenenti, per argomento e materia, alla comunità ebraica della capitale. Si tratta, è stato spiegato, solo di una piccola parte di quelle migliaia di libri, circa 7 mila volumi, che il 13 ottobre del 1943 furono razziati dai nazisti solo tre giorni prima che avvenisse a Roma la massiccia deportazione di 1.023 ebrei verso i campi di sterminio. Testi che saranno restituiti è che sono stati stampati in vari momenti storici, dal 1723 al 1942.

Alcuni scritti da religiosi di fede ebraica altri, invece, da cattolici critici nei confronti dell’ebraismo. Il rabbino capo Di Segni ha parlato di una “nuova pagina di storia nell’amicizia e collaborazione simbolicamente rappresentati dalla riconsegna dei libri ” ricordando il “profondo rapporto con il Libro e con le letture scritte da parte degli ebrei”. Anche il gen. Nistri ha sottolineato il “momento di alto valore simbolico rappresentato dalla sigla del nuovo protocollo perché – ha detto – la sottrazione di beni e oggetti appartenenti alla cultura di un popolo ha da sempre, rappresentato una violazione di identità con lo scopo ultimo di cancellarne la memoria”.

“Il recupero di questi libri – ha detto invece la Dureghello – ha un significato che travalica il valore intrinseco di questi oggetti di studio, perché rappresentano e testimoniano storie personali e vite perdute. Riportandoli al luogo a cui appartengono, cioè alla comunità e al museo ebraico di Roma, possiamo finalmente tracciare un’altra parte della nostra storia ed assicurarci che la memoria non venga perduta “.

Da parte sua il gen. Riccardi ha ricordato, invece, come “le leggi razziali rappresentino una ferita aperta per tutte le istituzioni italiane e che per la comunità ebraica italiana non si farà mai abbastanza per lenire i segni di quella tragedia. Da parte nostra, come Arma dei carabinieri, – ha concluso – abbiamo inserito tutti questi beni e queste tracce di storia sottratta e fatta sparire nella nostra banca dati per una ricerca che assicuro essere costante e speriamo fruttuosa “.