“Gli asintomatici trasmettono il virus e sono almeno il 45%” (Gimbe)

La Fondazione di Cartabellotta risponde all'Oms

GIU 10, 2020 -

Roma, 10 giu. (askanews) – “Gli asintomatici trasmettono il virus e sono almeno il 40-45% delle persone infette”: lo sottolinea la Fondazione Gimbe, Gruppo italiano per la medicina basata sull’evidenza, guidata da Nino Cartabellotta che così ribatte alle “spiazzanti dichiarazioni dell’Oms, in parte rettificate, sul rischio di contagio da persone asintomatiche”, che “si scontrano con i risultati della scienza”.

La dottoressa Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti-Covid-19 dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), lo scorso 8 giugno ha, infatti, rilasciato una dichiarazione decisamente forte: “È molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus”, per poi rettificarla ieri sostenendo di essersi riferita “a un set di dati limitato”.

“Ancora una volta – afferma il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – è l’ipse dixit a condizionare l’informazione pubblica sul coronavirus. Questa volta non da parte di opinion leader nazionali, ma di una rappresentante della massima autorità sanitaria internazionale. E in questa fase molto delicata della pandemia, sarebbe opportuno conoscere i risultati della ricerca già disponibili, prima di lanciarsi in dichiarazioni tanto ardite quanto pericolose, rischiando di condizionare le politiche sanitarie dell’intero pianeta”.

Ma cosa dicono oggi le evidenze scientifiche raccolte in maniera sistematica su questo tema di grande rilevanza per la sanità pubblica? Lo scorso 3 giugno – ricorda la Fondazione Gimbe -Daniele Horan ed Eric Topol hanno pubblicato sugli Annals of Internal Medicine una revisione che sintetizza le migliori evidenze disponibili sull’infezione asintomatica da Sars-CoV-2.

Dall’analisi dei dati di 16 coorti, tra cui quella italiana di Vo’, emergono, invece, le seguenti conclusioni: “Circa il 40-45% delle persone infette da Sars-CoV-2 risultano senza sintomi, suggerendo un elevato potenziale del virus di diffondersi nella popolazione in maniera silenziosa ed estesa. Considerato che nelle varie coorti non è sempre possibile distinguere gli asintomatici dai pre-sintomatici, i ricercatori riportano in maniera conservativa che gli infetti che non sviluppano alcun sintomo sono almeno il 30%”.

Inoltre “i soggetti asintomatici possono trasmettere il virus per un periodo prolungato, verosimilmente anche maggiore di 14 giorni”. E ancora “diversi studi, tra cui uno condotto in Lombardia, dimostrano che soggetti asintomatici e sintomatici hanno una carica virale simile che non coincide con la trasmissibilità del virus, ancora non adeguatamente studiata”.

Inoltre “l’assenza di sintomi non equivale ad assenza di lesioni: infatti, nelle 2 coorti che hanno sottoposto alla Tac i soggetti inclusi (Diamond Princess, Corea del Sud), sono state rilevate negli asintomatici anomalie polmonari subcliniche di incerto significato che richiedono ulteriori studi”.

Quindi “a causa dell’elevato rischio di diffusione silente da parte di soggetti asintomatici, è indispensabile estendere le strategie di testing alle persone senza sintomi”.

“Le evidenze ad oggi disponibili¡ – conclude Cartabellotta – dimostrano che la prevalenza dei soggetti asintomatici è un fattore rilevante nella diffusione del contagio da Sars-Cov-2. Di conseguenza in questa fase della pandemia le misure di sanità pubblica devono essere orientate sia a identificare, tracciare e isolare i soggetti asintomatici, sia a fare rispettare il distanziamento sociale e utilizzare la mascherina quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza”.

Il monitoraggio Gimbe dell’epidemia di Covid-19 è disponibile sul sito della Fondazione (gimbe.org).

Red/Gtu/Int5