Dyson analizza gli effetti del lockdown su inquinamento dell’aria

Progetto globale che coinvolge anche Milano

GIU 3, 2020 -

Roma, 3 giu. (askanews) – Dyson annuncia un progetto globale – che coinvolge la città di Milano – basato sull’utilizzo di una tecnologia indossabile di monitoraggio atmosferico per indagare sui cambiamenti della qualità dell’aria nelle città durante e dopo il periodo di lockdown dovuto al COVID-19.

I partecipanti in 14 città di tutto il mondo indosseranno uno zaino concepito appositamente da Dyson per rilevare i dati sulla qualità dell’aria, delineando così un quadro della loro esposizione personale all’inquinamento atmosferico durante e dopo il lockdown. Sviluppato nell’ambito di uno studio di ricerca con il Kings College London e la Greater London Authority, lo zaino sulla qualità dell’aria di Dyson ha sensori integrati, una batteria e un GPS, che permettono di raccogliere i dati fuori casa e durante gli spostamenti. Rielaborando la tecnologia dei sensori attualmente in dotazione sui purificatori d’aria Dyson, gli ingegneri dell’azienda hanno progettato questo dispositivo portatile di monitoraggio atmosferico, concepito per essere più piccolo, leggero e pratico, ma altrettanto preciso nel rilevare l’esposizione a PM2.5, PM10, VOC e NO2.

Il progetto globale spazia su tre continenti e 14 città, tra cui Milano, Londra, New York e Delhi. I dati raccolti verranno confrontati con quelli dei sensori locali sulla qualità dell’aria nelle città e negli ambienti chiusi, rilevati dai purificatori Dyson connessi, allo scopo di evidenziare i cambiamenti nella qualità dell’aria delle città di tutto il mondo in questo periodo.

Nella prima fase, i partecipanti dovranno indossare lo zaino per raccogliere i dati sulla qualità dell’aria durante il lockdown, nel rispetto delle direttive dei governi locali effettuando gli spostamenti consentiti, ad esempio per fare la spesa, per l’attività fisica consentita quotidianamente o per gli spostamenti casa-lavoro. Questi dati ci permetteranno di elaborare una sorta di “istantanea” sulla qualità dell’aria a cui ogni partecipante è stato esposto in un determinato giorno del lockdown.

Una volta revocate le restrizioni nelle varie città, il progetto passerà alla fase due. Zaino in spalla, i partecipanti dovranno ripetere i percorsi fatti nel periodo di lockdown per creare una seconda panoramica dell’esposizione all’inquinamento atmosferico una volta revocate le più stringenti misure di blocco. Gli ingegneri Dyson confronteranno queste due serie di dati per comprendere meglio gli effetti del lockdown sull’esposizione giornaliera alla qualità dell’aria degli abitanti delle varie città.

Per garantire la precisione dei dati provenienti dai sensori dello zaino in spazi aperti, gli esperti raccoglieranno anche quelli delle stazioni di monitoraggio cittadine, a ulteriore riprova delle conclusioni che trarranno. Utilizzando i dati anonimizzati dei suoi purificatori connessi – oggi più di 1,9 milioni in tutto il mondo – Dyson analizzerà anche le tendenze generali dei livelli di inquinamento dell’aria negli spazi chiusi in questo stesso periodo.

Alex Knox, Vicepresidente della divisione Environmental Care di Dyson ha dichiarato: “Sebbene ci siano state diverse notizie riguardo a un miglioramento della qualità dell’aria in alcune città durante il lockdown, una prima analisi dei dati provenienti dai purificatori Dyson connessi indicano un lieve ma costante aumento dei livelli di NO2 e VOC negli ambienti chiusi delle stesse città nel medesimo periodo. Sarà interessante monitorare questi cambiamenti, mano a mano che le città revocheranno le misure di blocco, per comprendere in maniera più approfondita i fattori che influenzano la qualità dell’aria sia all’interno che all’esterno.”

I dati combinati contribuiranno a fornire un’indicazione degli effetti del lockdown sull’inquinamento dell’aria negli ambienti aperti e chiusi nelle città di tutto il mondo, non da ultimo grazie ai risultati delle reti di sensori statiche preesistenti. I dati sulla qualità dell’aria all’esterno oggi disponibili da queste fonti suggeriscono una riduzione dei livelli di NO2 nelle principali città durante il lockdown, probabilmente riconducibile alla diminuzione dei veicoli diesel sulle strade a seguito delle misure di restrizione.