Fase 2, FederAnziani: urgente riattivare ambulatori

"Malati cronici non possono avere visite specialistiche"

MAG 28, 2020 -

Roma, 28 mag. (askanews) – Mettere subito gli ambulatori specialistici territoriali dell’Umbria in condizione di riaprire e riprendere la loro normale attività di presa in carico di pazienti cronici e di attività diagnostica, anche attraverso un aumento delle ore degli specialisti convenzionati interni del territorio. Questo l’appello lanciato dalle società scientifiche e dalle organizzazioni sindacali di medici riunite nell’Advisory Board di Senior Italia FederAnziani che ha promosso la tavola rotonda virtuale “Il problema delle cronicità al tempo del COVID -19 nella Regione Umbria” nella quale medici e pazienti hanno presentato le proprie criticità all’Assessore regionale alla Salute Luca Coletto. Appello accolto con favore dall’Assessore Coletto.

“Anche in Umbria i malati cronici non possono ancora accedere alle visite specialistiche – dichiara Messina riassumendo i risultati dell’incontro – e spesso rinunciano persino a presentarsi in Pronto Soccorso anche di fronte a emergenze come l’infarto, per paura del Covid. Interventi chirurgici importanti come quelli per le patologie valvolari vengono rinviati con gravi rischi per la vita delle persone. Per questo è fondamentale accelerare la ripartenza”.

Tra le proposte chiave dei medici il rafforzamento del numero di specialisti convenzionati interni negli ambulatori e dell’aumento delle ore di incarico per quelli già in servizio e la valorizzazione del lavoro multidisciplinare, e della telemedicina e del telemonitoraggio che può essere uno strumento importante ma, si sottolinea, non può sostituirsi al medico.

Occorre rafforzare il rapporto tra centri ospedalieri, poliambulatori specialistici territoriali e la medicina generale. Puntare cioè sull’integrazione e il ricongiungimento del dato tra medicina del territorio (medicina generale e specialistica ambulatoriale) e specialistica ospedaliera, attraverso una grande accelerazione sul fascicolo sanitario che dovrebbe essere impressa a livello centrale.

I medici si trovano ora a dover fronteggiare anche i problemi legati alla gestione dei pazienti guariti dal Covid, con le relative complicanze in ambito respiratorio e cardiologico. Pericolosi ritardi rischiano di accumularsi nelle diagnosi in tutti gli ambiti, per cui le patologie saranno intercettate a uno stadio più avanzato con rischi di salute per i cittadini e ulteriori costi per il servizio sanitario nazionale. Il blocco ha creato inoltre ulteriori allungamenti nelle liste d’attesa, che rendono necessario il potenziamento dell’offerta specialistica. (Segue)