Covid indebolito? Posizione diverse, Galli: nessun cambiamento

Remuzzi: malati non sono più quelli di prima. Dagli ospedali: meno ricoveri

MAG 8, 2020 -

Milano, 8 mag. (askanews) – L’ipotesi scientifica che il virus Covid-19 sia mutato, diventando meno aggressivo, circola da qualche giorno e anche un’autorità come il professor Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, intervenendo ieri a Piazza Pulita su La7 ha detto che “i malati di adesso sono diversi di quelli di tre o quattro settimane fa. I malati sono meno gravi e nonostante ciò diminuiscono i ricoveri”. In particolare, ha aggiunto Remuzzi, “vedo questi malati che non sono più quelli di prima. Questa non è una cosa piccola, è una cosa grande, che fa impressione. Ora stiamo facendo degli studi e non troviamo gli ammalati per fare questi studi”.

Sulla stessa linea anche Massimo Clementi, direttore del laboratorio di virologia del San Raffaele di Milano che, a Otto e mezzo, sempre su La7, ha parlato di una “epidemia che si sta svuotando”, e di un virus che “diventerà innocuo come un raffreddore”.

Sempre da Milano, però, arriva anche l’opinione, molto diversa, del professor Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive all’ospedale Sacco e volto noto della crisi sanitaria lombarda. “La situazione è cambiata – ha detto ad askanews – perchè gli anziani e i più fragili rimasti superstiti dopo la prima ondata si sono chiusi in casa in condizioni di massima sicurezza. Ma dire che il virus si sia rabbonito mi sembra fuori da ogni logica. Non ci sono evidenze scientifiche per dire che il virus ora è meno cattivo di prima. Cambiamenti tali da far ipotizzare a una minore virulenza del virus non ne abbiamo visti”.

E quando abbiamo espressamente citato l’ipotesi avanzata da alcuni scienziati sulla mutazione del virus, Galli ha risposto così: “Con tutto il rispetto, ritengo che questa affermazione non abbia nessun fondamento. Stiamo assistendo alla coda della prima ondata, e i pazienti ricoverati in questo momento sono meno gravi semplicemente perchè quando sono arrivati in ospedale presentavano un quadro clinico non eccessivamente compromesso e sono stati presi in cura in modo tempestivo”. Infine, sulla situazione di Milano, il professore ha detto che “certamente non è tranquilla”, anche se ha voluto specificare di non avere mai detto che Milano sia una bomba.

Altre fonti sanitarie milanesi, al lavoro per fronteggiare la pandemia da Covid, confermano comunque la sensazione che qualcosa sia cambiato, nei fatti, con meno malati e non più gravi, e la frase “il virus ha perso virulenza” circola tra gli infettivologi, come sulla stampa. Anche perché sembra chiaro che qualcosa in più su come intervenire per curare i pazienti sia stato capito, a partire dall’utilizzo degli antiaggreganti, farmaci che rendono il sangue più fluido, metodo sperimentato proprio all’ospedale Sacco.

Resta, al netto delle polemiche e delle preoccupazioni per le molte persone a passeggio sui Navigli ieri, il tema della mappatura del contagio nella regione più colpita, che resta oggettivamente limitato e senza alcuna misura di massa ed è tema di aspro dibattito politico e sociale, al di là delle posizioni da campagna elettorale permanente.