Invasione di nutrie con il lockdown, l’Anbi lancia l’allarme

In alcune zone sono due volte la popolazione umana, sale costo danni

APR 24, 2020 -

Roma, 24 apr. (askanews) – Con il lockdown nazionale le nutrie stanno spadroneggiando nella Penisola, proliferando a ritmi tali che in alcuni casi, come quello dell’area della Provincia di Ferrara, la popolazione di questi grossi roditori acquatici ha raggiunto il doppio di quella umana, creando gravi danni alle colture, ai corsi d’acqua e pericoli alla circolazione stradale. A lanciare l’allarme è l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (Anbi), secondo cui la riparazione dei danni causati dalle nutrie è una voce sempre più onerosa nei bilanci degli enti consortili.

“Nel ferrarese è sempre più emergenza nutrie. Bisogna intervenire prima che i danni alle colture ed il rischio idrogeologico aumentino, per non parlare degli incidenti anche gravi, accaduti ad agricoltori ed automobilisti”, afferma Franco Dalle Vacche, presidente del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara, nel cui comprensorio si possono stimare circa 500.000 nutrie, quasi il doppio dei cittadini dell’intera provincia.

Originarie dell’America del Sud, le nutrie furono importate per produrre pellicce; sono molto prolifiche e si cibano di vegetali per una quantità giornaliera, corrispondente al 25% del loro peso, causando ingenti i danni al mondo agricolo. Ancor più preoccupante è l’innalzamento del rischio idraulico, che incombe su tutta la comunità per il pericolo di crollo degli argini, causato dalla presenza delle tane; è quindi indispensabile che non venga pregiudicata la sicurezza delle centinaia di migliaia di chilometri di alvei, che innervano idraulicamente l’Italia.

Per questo, con un comunicato, l’Anbi chiede che, anche in questo momento di emergenza sanitaria, non si abbassi la guardia sul contenimento di tali animali, il cui numero è cresciuto esponenzialmente per le condizioni favorevoli di un inverno mite; per altro, le attività di controllo, fortemente diminuite in questo periodo, non prevedono controindicazioni al rispetto delle normative sul distanziamento sociale.

“Una situazione preoccupante in qualsiasi contesto, ma soprattutto per territori come quello ferrarese che, per il 44%, è sotto il livello del mare con punte fino a quattro metri di depressione e la cui vita è dovuta al delicato equilibrio idraulico, garantito dai Consorzi di bonifica – commenta Massimo Gargano, direttore generale dell’Anbi – La riparazione dei danni causati dalle nutrie è una voce, che diventa sempre più onerosa nei bilanci degli enti consortili”.

Un ulteriore problema per l’ambiente e l’ecosistema è lo scortecciamento degli alberi adiacenti alle tane, in prossimità dei corsi d’acqua: indebolisce le piante fino alla morte, pregiudicando l’habitat naturale e favorendone la colonizzazione da parte di specie aliene. La presenza di alberi e vegetazione è altresì strettamente connessa alla salubrità dell’intero ambiente: dalla salvaguardia delle specie autoctone alla mitigazione del clima.

“Il necessario lockdown per la pandemia lascia spazio, come l’abbandono dei pascoli in montagna, all’avanzare della natura che, se non è gestito, può condizionare il nostro stesso esistere – conclude Francesco Vincenzi, Presidente di Anbi -. Non rendersi conto della gravità della situazione ci rende simili a coloro che, avvisati per tempo di un pericolo incombente, non tengono conto degli allarmi, salvo poi ritrovarsi a fare i conti con i conseguenti problemi”.