Coronavirus, Filiera Italia: il made in Italy non può aspettare

Sì a programmare riapertura da subito o si rischia drammatica crisi

APR 14, 2020 -

Roma, 14 apr. (askanews) – “Il Made in Italy non può più aspettare” così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, sulla possibilità di allentare la morsa sull’automotive e sulla metallurgia, come su moda e design, nell’ambito del patto sull’export. “Stiamo iniziando una settimana cruciale in cui si deciderà il futuro del Paese” dice ancora Scordamaglia. “Seguiamo la strategia condivisa a livello europea di apertura immediata anche se progressiva” continuano da Filiera Italia alludendo all’esempio di Spagna, Francia e Germania che stanno già definendo i tempi e i modi della ripresa “Se tardassimo – afferma Scordamaglia – accumuleremmo un ritardo nella ripresa sugli altri Paesi che poi non sarebbe più recuperabile, innescando così una crisi economica e occupazionale gravissima”.

Una programmazione necessaria per tutto il Made in Italy, alimentare compreso, che in questa fase può essere il vero modello su cui coniugare produttività e salute dei lavoratori ma che “senza garanzie sulle filiere collegate – sottolinea Scordamaglia – rischia di non poter più garantire continuità”. E in questo senso è necessario cominciare a programmare anche la riapertura del settore del food service che vale in Italia 80 miliardi di consumi alimentari e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Una riapertura progressiva basta anche su metodi nuovi, quali app per ordinare a distanza, drive in protetto ed asporto per poi arrivare ad una riapertura vera e propria con apposite misure di protezione.